Della Sicilia ci si può innamorare perdutamente! Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Pietro Germi, Giuseppe Tornatore hanno raccontato questa terra attraversata da culture diverse e mille contraddizioni in pellicole diventati classici..
Una regione di passioni roventi e accecante bellezza, che si intreccia al destino dei suoi abitanti intrappolati nel loro individualismo e quindi decisi a lottare per la propria identità, sempre accompagnata da quella ritualità proveniente da un tempo lontano. Ma la Sicilia è madre di grandi uomini che hanno cambiato la storia: il regista Roberto Andò, rende più avvicinabile la figura dell’immenso Luigi Pirandello, che rivoluzionò il teatro e letteratura italiana. Dunque “La stranezza“, suscita una immensa curiosità, appare lo scrittore interpretato da Toni Servillo mentre ritorna nella sua sonnolenta Girgenti : l’uomo dà il via ad un intricato viaggio dentro una bizzarra storia, mero incrocio di tragedie avvolte in grotteschi paradossi. L’improvvisa morte della balia di Pirandello, costringe l’uomo a seguire il farraginoso iter della tumulazione e, in questo ambito luttuoso, conosce Onofrio (Valentino Picone) e Bastiano (Salvatore Ficarra): questi ultimi sono comici dilettanti, in procinto di debuttare con una tragedia.
“Il teatro è verità” dice Onofrio a Pirandello, che lo ascolta sbigottito.
” Spiegatemi bene“, risponde Pirandello stizzito, non rivelando la sua identità, “come si fa a credere a persone che si vestono con gorgiere, cappelli piumati e baffi finti per sembrare quelle che non sono. Spiegatemi Come fate a credergli”
L’austero e schivo intellettuale si nutre dei loro guizzi ironici, vede passare sotto i suoi occhi situazioni esilaranti e tragiche, ma tace perché risucchiato in una stagnante dimensione creativa: la sua concentrazione è attraversata da suggestive visioni nelle quali appaiono bizzarri personaggi in cerca della loro dimensione.
La farsesca comicità di Onofrio e Bastiano conquista lo stesso Pirandello che decide di presenziare la prima del loro spettacolo “La trincea del rimorso, ovvero Cicciareddu e Pietruzzu.” La commedia precipita nella tragedia, quando l’improvvisa scoperta di segreti provoca un chiassoso parapiglia tra attore, personaggi e spettatori, che scambiandosi i ruoli creano una dimensione in bilico tra realtà e finzione. Questa storia è una geniale fantasticheria del regista che per il film, si è ispirato al reale il viaggio di Pirandello in Sicilia in occasione degli li 80 anni di Giovanni Verga. Assumono contorni sanguigni la violenta reazione del pubblico di fronte al dramma “Sei personaggi in cerca di autore”, andato in scena Il 9 maggio del 1921 al Teatro Valle di Roma. L’opera indivisa privata degli atti non fu compresa per il suo carattere altamente straniante, animata dal contrasto tra realtà e finzione generando conflittuali visioni. La passione di Andò per l’arte teatrale permea tutto il film, ma nelle catalizzanti scene finali appare un Pirandello risucchiato dal desiderio di rompere gli schemi. Mentre va in scena il suo dramma lo scrittore guarda quel palcoscenico con attori che esclamano “chi ha la ventura di nascere personaggio vivo non muore più… Morirà l’uomo, lo scrittore e strumento della creazione, ma la creatura non muore più”.
Un mese dopo questa commedia trionferà a Milano
Paola Olivieri“
Il teatro è verità”
” Spiegatemi bene“,, “come si fa a credere a persone che si vestono con gorgiere, cappelli piumati e baffi finti per sembrare quelle che non sono. Spiegatemi Come fate a credergli”
Frasi del film.