Babylon di Damien Chazelle.

“Babylon”, diretto da Damien Chazelle, è un atto di amore verso l’ipnotizzante arte cinematografica che, attraverso la forza del grande schermo, catalizza le giovani generazioni, rendendo immortale la magia ed il talento di grandiose star. Il film è un fastoso affresco di 189 minuti che ,aprendosi dalla porta di una orgiastica festa  ,fotografati vizi e virtù della Hollywood degli anni 20′. Appaiono stupide starlet, bizzarri artisti, attori di chiara fama completamente ubriachi mentre ballano, si drogano, fanno sesso sfrenatamente vivendo in una perenne instabilità tra accese passioni e febbrili emozioni. Temono solo una cosa: precipitare nel cono d’ombra dell’insuccesso. Sono intrappolati nel sogno del cinema, desiderosi di vivere solo nei set e pronti a tutto .  per essere parte di “qualcosa di grande”. Chazelle, immerge in questa dimensione parallela alla realtà personaggi funzionali, arricchendoli con tratti biografici di star realmente esistite, attivando mitologici rimandi e giocando continuamente tra realtà e finzione.

Probabilmente Jack Conrad (Brad Pitt) ricorda il fascinoso John Gilbert, simbolo dello star Sistem Hollywoodiano, scomparso prematuramente a 38 anni: anche il nostro Jack è un divo ampiamente celebrato, ma suo malgrado sarà travolto dalle trasformazioni tecnologiche. Da uomo fragile è incapace di accettare che il suo momento è finito. “Non è una arte minore sai…voglio che tu lo sappia” grida alla raffinata moglie e prosegue “quello che faccio significa tanto per milioni di persone”. Sarà proprio la magnanimità di Jack ad introdurre il giovane messicano Manny Torres ( Diego Calva) nell’establishment della Mecca del Cinema.

Appare Nellie Laroy (Margot Robbie),  una bellissima ragazza ferocemente ambiziosa: è nata una star, a suo dire ed acciufferà la grande occasione quando una giovane starlet cadrà in overdose. Uno scandalo simile scosse Hollywood e finì sotto processo il comico più amato e pagato d’America, Fatty Arbuckle: l’uomo fu sospettato per la morte di ballerina dopo un’orgia. Quelli di Babylon sono tutti personaggi iconici che ci legano al fortunato decennio che seguì’ la Prima guerra mondiale. “La diva rappresentava la facciata di Hollywood”, scrive il grandioso storico del cinema  George Sadoul e continua:”I loro amori, i divorzi, i loro abbigliamenti, le loro case e i loro animali preferiti divennero per interi paesi l’argomento più interessante di conversazione. Il sistema mirò a trasformare in autentiche divinità Rodolfo Valentino, Mary Pickford, Douglas Fairbanks, Gloria Swanson, John Gilbert.” (Storia del Cinema Mondiale. Dalle origini alla fine della II Guerra Mondiale . Feltrinelli)

Con l’avvento del sonoro, alcuni di loro precipitarono nel baratro dell’oblio, mentre il pubblico e i produttori impazzavano per il sonoro. Babylon è dunque una storia amara che corre tra incubi e sogni, scanditi da una transitorietà  travolgente quanto percolosa  che caratterizza l’industria cinematografica. Per tutto il film gli ipnotizzanti personaggi di Babylon, ingranano marce alte per correre incontro al successo ed il pubblico è inconsapevolmente risucchiato da una vibrante cinematografia, corposa di citazioni e pulsante di una inaspettata contemporaneità. Nelle struggenti scene finali appare Manny che ritorna ad Hollywood , entra in un cinema rivedendosi nel grande schermo insieme ai divi con cui ha lavorato . Nellie e Jack continuano a sprigionare fascino e magia…e quell’eternità artistica non è una consolatoria illusione, anzi è parte di una forma d’arte senza tempo.

Paola Olivieri

“Non è una arte minore sai…voglio che tu lo sappia

“quello che faccio significa tanto per milioni di persone”. frasi del film 

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