19 12 2019.Arriva nelle sale “Pinocchio” del grande Matteo Garrone, il quale rivisita la fiaba di Collodi che parla di noi e della solitudine di un povero falegname che, costruendo un burattino, sogna quel figlio mai nato. In una lunga intervista a Giuseppe Videtti sul Venerdì del 22 Novembre Garrone dichiara “ ci sono anche momenti oscuri ,allucinatori e inquietanti, ma fondamentalmente è una storia scritta per intrattenere i bambini,quindi divertenti” La visione del trailer è a dir poco coinvolgente, ci precipita in un momento magico quando Geppetto, rivolgendosi al suo burattino ancora non terminato, gli chiede con pudica spontaneità “Pinocchio… dai, di qualcosa”. “Baabbo”: risponde inaspettatamente quel pezzo di legno. L’uomo, incredulo con il cuore gonfio di contentezza, esce dalla sua modesta casa urlando “Svegliatevi mi è nato un figlio”.
“Come, da un giorno all’altro” dice esterrefatta una donna dalla finestra.
“Non da un giorno all’altro ma da un minuto all’altro” sottolinea Mastro Geppetto.
Di lì a poco, l’uomo si accorgerà come la sua vita cambierà rapidamente. Pinocchio è impaziente, vuole correre incontro alla vita, ma per fare ciò deve diventare bambino: crescere è per l’uomo l’evoluzione più difficile. Ottimo cast composto da : Roberto Benigni, Federico Ielapi,Gigi Proietti, Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini, Marine Vatch. “ Pinocchio è universale “ ha detto Benigni parlando poi della popolare fiaba “fa parte di tutti noi, della nostra storia. E’ come il Sole! Nei suoi insegnamenti ci sono quei segnali misteriosi che fanno parte della grande letteratura” ( tratto da Pinocchio,parla Roberto Benigni: Questa fiaba fa parte di tutti noi,della nostra storia” di Antonio Cuomo Movieplayer.it)
Il pensiero corre anche verso il passato quando Luigi Comencini diresse lo sceneggiato televisivo “Le avventure di Pinocchio”, trasmesso dalla Rai Televisione Italiana nell’aprile del 1972.
Il regista che ha raccontato l’anima dell’infanzia con grande sensibilità, trasforma le disavventure del burattino abbracciando l’elemento fantastico: la Fata Turchina, appena vede nascere Pinocchio da un ciocco ad opera di Mastro Geppetto lo rende subito un bambino. Quest’ultimo si rivela essere un monello ribelle, instancabile, incapace di sottostare a qualunque regola, entra con il suo sodale Lucignolo nel Paese dei Balocchi, il destino riserverà loro una amara sorpresa. Pagherà pegno per l’indisciplinata condotta e le mille bugie ritornando, per mano della Fata, un pezzo di legno. “Questa idea fece del mio Pinocchio, burattino bambino, un personaggio con una sola anima e un solo carattere”, dice Comencini ricordando lo sceneggiato.
E’ stato un pilastro televisivo, un grande sogno poetico amato da grandi e piccini, bagnato di un realismo malinconico attraversato da verità e amarezze, reso commovente da personaggi metaforici e da animali umanizzati, come il gatto e la volpe, la lumachina. Furono scelti per l’ambientazione luoghi e paesi dal sapore fiabesco, i costumi le scenografie di Piero Gherardi insieme ai giochi di luce di Armando Nannuzzi crearono un clima surreale felliniano.
Lo sceneggiato fu un vero successo, ben tessuto grazie ad una ottima sceneggiatura scritta dallo stesso regista, insieme a Suso Cecchi D’Amico, il cast stellare composto da Andrea Balestri, Nino Manfredi (Mastro Geppetto), Gina Lollobrigida (la Fata Turchina), Franco Franchi (il Gatto), Ciccio Ingrassia (la Volpe), Lionel Stender (Mangiafuoco), Domenico Santoro (Lucignolo), Vittorio De Sica (il giudice). La colonna sonora fu composta da Fiorenzo Carpi.
Paola Olivieri.