IL SACRIFICIO DEL CERVO SACRO
Regia di Yorgos Lanthimos
Presentato alla 70° edizione del Festival di Cannes (2017)
30 06 2019.Drammatico, angosciante, disturbante, premiato a Cannes 2017 sezione “Miglior sceneggiatura”, “Il Sacrificio del Cervo sacro” di Yorgos Lanthimos precipitata lo spettatore dentro una tragedia che guarda alla mitologia greca, ove il sacrificio cruento è fondamentale per il rito religioso.
Se il film si ispira alla tragedia di Ifigenia in Aulide di Euripide, è possibile traslare tale dramma pulsante di valori e riferimenti nella società attuale? Gli Dei assumeranno le sembianze di qualche personaggio filmico? Il sacrificio del cervo sacro sprigiona un’inquietudine fatta di dubbi e tante domande, le emozioni dell’uomo sono le stesse, attraversano millenni, ciò che cambia è la combinazione dei valori dentro le criticità attuali.
Dopo l’immagine iniziale di un’operazione a cielo aperto mentre appare un cuore sanguinante che pulsa, il regista greco Lanthimos firma inquadrature ampie, fredde quanto ineccepibili, cariche di una suspence hitchcockian, inoltrando lo spettatore dentro i labirinti della colpa di un noto cardiochirurgo di nome Steven Murphi ( Colin Farrel).
Nel passato del medico, ex alcolista, c’è una morte sospetta: bevendo due drink di troppo, non perfettamente lucido, ha operato un uomo provocandone il decesso. Il delitto sarà seguito da un castigo? Il regista con freddo cinismo affonda dentro i tormenti, le grandi debolezze di ogni personaggio filmico, forgiando un affresco che si tramuta in riflessione sul destino ineluttabile dell’uomo.
Il figlio della vittima si chiama Martin, è un ragazzo inquietante, carico di rancore, che inizialmente frequenta il medico: sarà tramite quest’ultimo che entrerà in contatto con tutti i componenti della famiglia Murphy.
E’ dentro questa atmosfera soffocante, che Martin diventa simbolo di un fato vendicativo a cui nessuno si può opporre. Trascinerà tutta la famiglia dentro una sorta di vendetta crudele, più simile ad una maledizione, avviandola in un processo di espiazione. Perché Steve non bandisce dalla sua vita il giovane Martin? L’uomo, non assumendosi alcuna colpa, trasforma Martin in un oracolo che profetizza la fine della sua famiglia: improvvisamente i figli del medico cadono in un’apparente patologia che non permette loro di deambulare. Steve si ribella a questo assurdo e folle presente, rapisce Martin, ma si trova di fronte ad un essere imperturbabile.
Mentre la famiglia Murphi si sta smembrando, le perverse e anaffettive dinamiche di questo borghesissimo nucleo invertono le marce e cercano di stringersi con cenni di solidarietà: Anna, la moglie di Steven (una splendida ed algida Nicole Kidman), cerca e scopre la verità che, venendo a galla, innesca inaspettate reazioni. La figlia Kim confessa al padre il suo sconfinato amore per la famiglia. Sarà dentro un clima irrespirabile che l’unica soluzione per spezzare questa spirale è sottomettersi ad una volontà superiore.
Il medico, al centro di una danza macabra, girando su se stesso spara ai componenti della famiglia, uccidendo il minore dei figli: nel dramma greco il sacrificio di Ifigenia viene interrotto dalla magnanimità di una dea che manda una cerva: qui l’uomo è completamente solo, messo in scacco e intrappolato nel suo castigo.
Paola Olivieri