IO SONO TEMPESTA
Regia: Daniele Luchetti
Interpreti: Marco Giallini, Elio Germano, Eleonora Danco, Jo Sung, Francesco Gheghi, Carlo Bigini
28/04/2018La commedia all’italiana gioisce ancora con “Io sono tempesta”, firmato da Daniele Lucchetti, in cui spiazzante sarà lo scontro per gli esiti inaspettati tra Numa Tempesta (uno splendido Marco Giallini), affarista senza scrupoli simbolo del capitalismo corrotto e corruttore, ed una serie di disagiati protetti da un centro di accoglienza, ma non propriamente virtuosi. Nella prima parte del film, le immagini graffianti preannunciano una guerra tra classi sociali dentro una realtà italiana feroce e confusa ed invece…. molto rumore per nulla.
Tutti o quasi i personaggi sono ingannevoli: cambieranno casacca e abbandoneranno le ultime tracce di innocenza nell’intreccio filmico ricco di intenzioni e riflessioni ove purtroppo è facile perdersi per poi ritrovarsi di fronte ad una esuberante inventiva fatta di gag.
Numa Tempesta è un imprenditore, sempre attorniato da bellissime donne, che sta per concludere l’ennesimo progetto milionario in Kazakistan: sarà in questa terra di conquista che la giustizia italiana lo chiamerà a scontare una vecchia una condanna per frode fiscale. Per evitare il carcere, viene affidato per un anno ai servizi sociali in un centro di accoglienza capitanato da Angela, integerrima responsabile che crede che l’empatia sia tutto nella vita.
Per il mago dell’alta finanza mettersi a confronto con i disagiati è impossibile in quanto ha sempre vissuto nel lusso sfrenato, abitando in un fastoso hotel nel quale per gli spettatori è facile addentrarsi attraverso i lunghi campi registici. La ciliegina sulla torta è l’enorme piscina sulla terrazza che domina Roma, in cui Numa si immerge sentendosi un re. Ma attorno a queste luci abbaglianti non esiste vera vita. In quell’immenso edificio di tante camere, l’uomo è affetto da insonnia perenne.
Lo scontro-incontro di Numa con la cruda realtà dei diseredati dovrebbe segnare una rinascita e nuovi propositi. Invece, una serie di rovesciamenti inaspettati darà il via ad un affresco tragicomico tutto italiano, dai contorni grotteschi e deformanti, maschera di una società squilibrata.
Come evidenzia il regista, il film “ambisce ad essere una farsa sociale, un’opera buffa lontana dai fatti di cronaca e dal dovere di essere verosimile; aspira a raccontare sorridendo e con tono di fiaba una fetta di Italia che il nostro cinema affronta sempre con dolore e con tono serioso”.
Da abile narratore qual è, Lucchetti si addentra nel disagio sociale con leggerezza ed arguzia: difficile segnare il confine tra commedia e tragedia, di sicuro nel miraggio di essere qualcos’ altro i nostri perdenti si riveleranno non così dissimili dal luciferino protagonista.
Tra i primi che saliranno nel lussuoso girotondo di Numa, fatto di allegre serate in piscina in compagnia di escort di notte e brillanti studentesse di psicologia di giorno, saranno un giovane padre di nome Bruno ed il suo scaltro figlio Nicola. Legati da un profondo affetto, sono approdati al centro di accoglienza dopo un fallimento economico. Bruno è un padre affettuoso e non critico stato il genitore di Numa. Sarà il piccolo Nicola che, fiutando ciò che amareggia l’imprenditore, baratterà il suo difficile presente con un futuro migliore offrendo un nuovo sguardo. Prima candidi, poi corruttibili, stanchi di essere i tredicesimi a tavola come Tortorella e Umberto di “Risate di Gioia”, infatuati dal sogno del denaro, i componenti del gruppo diventeranno una banda di piccoli speculatori.
Non ci sono né buoni né cattivi, sembra essere il messaggio del film: il potere del denaro trasforma poiché tutti hanno un prezzo e tutto” è legale fino a quando non si è scoperti.” Ma il regista non ci lascia soli di fronte ad una “umanità senza via d’uscita: il finale inaspettato apre una seconda possibilità, quel desiderio di riannodarsi alla vita garantendosi una propria felicità.
Cast stupendo, Marco Giallini è brillante più che mai in questo ruolo con il suo talento empatico che, come dice Lucchetti, ” lo rende attraente e simpatico come solo i migliori truffatori sanno essere”. Elio Germano è vitale e nonostante le difficoltà sintetizza quanto il trasformismo fagociti le classi più povere. Nicola, il ragazzino che sa già quello che vuole, è brillantemente interpretato da Francesco Gheghi.
PAOLA OLIVIERI
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