FRANTZ REGIA OZON

 

Regia e Sceneggiatura di François Ozon

 

data di Uscita :22 settembre 2016

 

Cast: Pierre Niney Paula Beer ,Eenst Stötzner , Marie Gruber, Cyrielle Claire Anton von Luke. Distribuzione Academy Two.DISTRIBUZIONE: Academy Two.Paese Francia Germania . Durata, Durata 113 Min

 

 

03/10/2016 – “Frantz” di Francois Ozon è un film sulla menzogna? Esistono bugie innocenti? “Ho sempre trovato le bugie molto eccitanti da raccontare e da filmare, desideravo da tempo fare un film sulla menzogna”, spiega il regista. Questa tematica fortemente amata, unitamente al senso di colpa, è il motore capace di governare e cambiare le sorti dei protagonisti del film. Il regista allestisce un magistrale affresco in uno splendido bianco e nero, che si tramuta in giusto palcoscenico dove tutti i protagonisti, ricercando la felicità, non percorrono il sentiero della verità.Germania 1919. In un piccolo villaggio tedesco Anna (Paula Beer), rimasta completamente sola e travolta dal passato, abita insieme ai genitori del fidanzato Franz caduto al fronte. Vive in un tempo sospeso, traumatizzata dal luttuoso abbandono e ogni giorno sublima il suo ricordo recandosi a quella tomba senza corpo.Questo rituale si interrompe quando scorge un ragazzo che, deponendo delle rose, rende omaggio al defunto. Le dirà di essere Adrien, un amico parigino del periodo prebellico. La sua presenza risveglia la giovane donna, ma contemporaneamente suscita le ire del villaggio e di coloro che vivono il rancore nazionalista della sconfitta. Anna e i genitori del fidanzato defunto inanellano slanci concilianti quanto romantici, riconducendoli ad una quotidianità perduta, di quando Frantz, ora sostituito da Adrien, suonava il violino.Le immagini avvolgono Anna mentre passeggia con Adrien nella natura sconfinata che ciclicamente si rinnova, ma questi momenti che sublimano la memoria sono intessuti di riflessioni sull’arte, capaci di stemperare il crudo presente.

E’ dunque menzognera l’arte? Di sicuro è un presagio. “Era importante per me finire il film con un dipinto. Anche l’arte è una menzogna, un mezzo per sopportare la sofferenza”, dice Ozon.

 

Il regista francese regala scenari poetici, ora in bianco e nero ora filamentati di colori, pervasi da un arcobaleno di emozioni che irradia i protagonisti, volutamente dimentichi del confine tra vincitori e vinti e delle colpe di quei padri che agitati dal nazionalismo chiesero ai figli di servire la patria.

Ma su questo squarcio di nuova vita, dove sembra sbocciare l’amore, soffiano contraddizioni inquietanti che si intrecciano con sensi di colpa e verità.

 

Il fantasma di Frantz, che lega tutti a sé, la ragazza sempre abbottonata nel suo cappotto nero e Adrien, dal fascino fin troppo delicato, si triangolano in un legame quasi ambiguo che Ozon nutre con astuzia, dettagliandolo abilmente. Lo spettatore viene ipnotizzato e fuorviato in una dimensione temporale misteriosa, per poi essere sorpreso da un inaspettato colpo di scena. Tutto si gioca sul non detto e sull’abilità del regista di celare fino all’ultimo la realtà.

 

Il terribile segreto di Adrien confessato ad Anna scuote la ragazza, divisa tra una verità inaccettabile e la menzogna che può avere un volto caritatevole. Tradirà se stessa o scoprirà una nuova Anna? Dopo la fuga di Adrien riaffiorerà il dolore represso e con esso nuovamente l’amore.

 

“Cosa porterebbe la verità? Ancora dolore, ancora lacrime. Cosa prova per quel giovane francese?” sentenzia un sacerdote, scuotendo il lato emozionale di Anna, che finalmente sceglie. Se finora tracce hitchcockiane hanno condizionato il film, la vicenda cade poi in un vortice dominato dalla menzogna, che ingloba fin troppi temi, dal pacifismo al senso di colpa, dalla disillusione dell’amore al distacco della morte.

 

La sceneggiatura del film è costruita come un romanzo di formazione. “Non ci conduce in un mondo di sogni o di evasione, ma segue l’educazione sentimentale di Anna, le sue disillusioni riguardo alla realtà, alla bugia, al desiderio, alla maniera di un racconto iniziatico”. spiega ancora il regista.

 

Anna gioca con le stesse carte di Adrien, che incarna l’amore sbagliato, l’incantamento malato sotto l’influsso della luna perché ormai è l’uomo perso, ossessionato da un nemico che conosce appena ma che rappresenta la materializzazione dell’orrore della guerra. Un’ attrazione che non può essere svelata.

Per la giovane il ritorno alla vita trova compimento in quella Francia distrutta, animata dalla diffidenza per lo straniero. Senza tradire la sua purezza, si lascerà prendere dalla corrente amorosa che la trasporterà da Adrien. Sarà persino pronta a modificare la sua sorte, svincolandosi dalla falsa idealizzazione per conoscere nuovi sogni.

“Mi dà la voglia di vivere” dice osservando un quadro. Ha cambiato lenti per guardare il futuro, non mente più a stessa. Forse ora confida solo nell’arte.

 

Paola Olivieri

 

Frasi del fil,Cosa porterebbe la verità? Ancora dolore, ancora lacrime. Cosa prova per quel giovane francese?”

Mi dà la voglia di vivere”.

dichiarazioni del Pressbook

 

 

 

 

 

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