Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo.

27 02 2025 Il festeggiamento del Natale nella città  partenopea è  qualcosa di  magico! Niente deve turbare questo evento colmo di entusiasmo, tradizioni sacre e profane si intrecciano avvolgendo le famiglie dentro atmosfere festanti scandite da rituali .  E che dire della  passeggiata a via San Gregorio armeno  con le sue statuine !  Quindi c’è “o presepio”,   sempre  realizzato in tutte nuclei  da tempo immemore. Il pensiero corre irrimediabilmente all’opera “ Natale in casa Cupiello” scritto  da un giovanissimo  Eduardo De  Filippo che,  attraverso dialoghi serrati bagnati di un realismo dai risvolti farseschi ,  racconta la storia di una famiglia in crisi.  Il dramma farsa inizialmente in un unico atto , va in scena nel  1931 al Kursaal e  riscuote un immediato successo, diventando in seguito un classico del Teatro italiano.

” Te piace o presepe! chiede Luca Cupiello  al figlio Tommasino che risponde seccamente con un “ No! L’opera fotografa lo scontro  tra  generazioni che  non si riconoscono più nelle tradizioni,  sono sospesi ,vivono  su piani paralleli, sfasando così le dinamiche familiari che  subiscono ripercussioni.  L’istituzione della famiglia  ed il matrimonio sono tematiche  presenti nelle trame delle sue opere continuamente rappresentate ,perchè pulsanti di verità. E’ innegabile che  Eduardo ebbe una storia familiare complessa , figlio illegittimo e non riconosciuto  insieme a  Peppino e Titina del grande Eduardo Scarpetta che si faceva chiamare  “zio”. Un grande attore commediografo che ha instillato nel piccolo  Eduardo il senso dell’abnegazione e del rigore, obbligandolo a ricopiare i testi  e magari producendo  cambiamenti.  Un apprendistato  iniziato nella prima infanzia, proprio  dietro le quinte, seguendo il ritmo della recitazione degli facendogli suscitare riflessioni . “Quando farò l’attore , io non parlerò così “,pensavo  “Oppure “ Qui si dovrebbe abbassare la voce”.   ricorda Eduardo ( da Cantata dei giorni dispari di Eduardo De Filippo a cura di Anna Barsotti  edizioni Einaudi)

Vincenzo Salemme ha riportato in scena “Natale in Casa Cupiello”  ( attualmente visibile su Rayplay) restituendoci lo squisito piacere di questa commedia che si contraddistingue per una drammaturgia i cui dialoghi  racchiudono  la forza e il  fuoco  delle emozioni.

Il brillante commediografo interpreta l’ironico Luca ossessionata dall’idea di realizzare il presepe, ma non riesce a solennizzare più  questo desiderio con i suoi cari, perché intrappolati in complesse vicende personali. Luca è scollegato dalla realtà familiare colma di inquietudine, è profondamente amareggiato dal  figlio Tomasino (Antonio Guerriero) a cui chiede continuamente “ Te piace o presepe !. Per l’uomo, la realizzazione del presepe  non è una consuetudine,  significa  sacralizzare  il  senso di unità familiare che ha regolato il suo passato.

Lo squinternato figlio gli risponde vagamente, perché troppo impegnato in piccoli furtarelli ai danno dello zio Pasqualino ( Franco Pinelli), mentre la madre  Concetta ( Antonella Cioli) confabula nervosamente  sempre con i figli . La donna è pronta a  ricucirgli sempre l’irregolare presente ”  Voglio sapere quello che succede mi fai parlare” dice Luca preoccupato per la figlia Ninuccia ( Fernanda Pinto) ritornata a casa dopo una lite con il marito Nicolino( Vincenzo Borrino)

“Cosa vuoi sapere che vuoi capire vai a fare il presepe” risponde Concetta al marito Luca.

Ninuccia è sposata senza amore al ricco commerciante Nicolino, ma la giovane brucia d’amore per  Vittorio, un giovane di bell’aspetto amico di Tommasino. Concetta sa che la figlia vuole consegnare una lettera d’addio  al marito, Luca è  tenuto  all’oscuro e continua a  lavorare al presepe. Sotto ai suoi occhi,  scoppiano  furibonde liti a lui  incomprensibili,  perché non riconosce più  i ritmi  della sua famiglia che sta precipitando. Improvvisamente Concetta è colta da un malore dopo che ha sventato il piano della figlia,  ma  la missiva con il commiato  cade  nella mani di Luca che la consegnerà a Nicolino. Per l’atteso  cenone, il figlio Tomassino  invita   l’amico Vittorio perché rimasto  solo, l’ignaro  Luca dietro tante insistenze obbliga  il giovane  a rimanere per la tradizionale festa. Allo  stesso tavolo siedono Vittorio e Nicolino che si scontreranno violentemente ,trasformando la serata in una terribile resa dei conti.. Luca sconvolto dalla  verità viene colto da un ictus,l’agonia stringe nuovamente  la famiglia   mentre l’uomo  invoca il nome del genero  sperando in una  riappacificazione. Improvvisamente Vittorio fa visita a capezzale, Luca  allo stremo delle  forze , lo  scambia per il marito della figlia arrivando a benedire la sua unione con Ninuccia. Per l’ultima volta  chiede al figlio “ Te piace o presepio “ l’agognata risposta arriva con un si  sussurrato ma sentito.

Le tante miserie di una famiglia disgregata  si scontrano con la nobiltà di Luca, un uomo estraneo ad una  realtà che non accetta ,  la cui morte riannoda un  nucleo attraverso i  valori fondanti del Natale

“ Te piace o presepio

Voglio sapere quello che succede mi fai parlare”

“Cosa vuoi sapere che vuoi capire vai a fare il presepe”

Paola Olivieri.

 

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