The Fabelmans” regia di Steven Spielberg
“The Fabelmans” firmato da Steven Spielberg ha un carattere fortemente autobiografico, è contemporaneamente un atto di amore verso la grandezza del cinema nel quale rifugiarsi, costruire universi paralleli, per vivere le autentiche emozioni della realtà. .” Il film è un regalo dello stesso regista al suo pubblico, permettendogli così di avvicinarsi al suo vissuto certamente da lui romanzato ,raccontando come è scoccata la sua passione per il cinema .In questo intimo viaggio nel passato, Sammy(Gabriel LaBelle) è l’ alter ego del regista ,parte di una famiglia ebrea ortodossa che vive in una dinamica America degli anni 50’ in corsa verso un grandioso futuro : appare suo padre Burt (Paul Dano), un ingegnere colto sensibile follemente innamorato di sua moglie Mitzi ( Michele Williams): una pianista classica che vive come se fosse dentro una partitura musicale. La donna è istintiva quanto ’melanconica e allegra , alla continua ricerca di nuovi orizzonti.
Sammy , si culla insieme alle sue sorelle dentro questo nucleo apparentemente intatto. Improvvisamente tutto precipita. Scopre durante il montaggio di un film in 16mm l’intesa sentimentale tra sua madre con Bennie( Seth Rogen)il miglior amico del padre .La cocente delusione scaraventa Sammy nell’età adulta , tra sussurri, grida strozzate ed il dolore che non riesce a scendere in gola. Quelle immagini sono il segreto da non disvelare a nessuno. La passione del cinema lo salva, il potere del cinema può essere crudele quando labile il confine tra finzione e realtà: quest’ultima tingendosi di nuovi colori della fantasia, può essere riscritta regalando arcobaleni di emozioni.
Sammy conosce il bullismo ed i rigurgiti dell’antisemitismo attraverso lo scontro con lo sgradevole Logan ( Sam Rechner) suo compagno di scuola: il regista in erba si burla di lui trasformandolo dentro un film per la scuola in un idolo per la sua fisicità atletica Tutto corre in una piacevole gita al mare che diventa una avventura, il giovane giganteggia nelle schermo ma è solo un eroe di cartapesta. Un affascinante ma funzionale prodotto del cinema.
Quei corti da lui girati corrispondono sempre a quello stupore ed emozione provato durante la sua prima visione filmica E’ poco più che un bambino ed assiste ad un treno che si schianta con una macchina . La magia dell’illusione cinematografica ed il cuore che gli sale in gola si intrecciano, intrappolandolo nel desiderio di replicare quell’’immagine in tempi e luoghi diversi . Si ’ tutto a inizio con quel treno che si caricherà di emozioni fermandosi un giorno proprio ad Hollywood nell’ufficio del leggendario John Ford
Were’s the Horizon?”, dice il ruvido regista giovane Sammy intimidito dal fatto di essere di fronte ad un mito . “When the horizon is at the top, it’s interesting,”, continua Ford, “when it’s on the bottom, it’s interesting. When it’s in the middle, it’s fucking boring.
“Quel dialogo però è vero, le cose andarono proprio così, John Ford era una forza della natura” dice Steven Spielberg in una intervista “ In quel momento mi sentii umiliato e sbagliato, ma più tardi mi resi conto che mi aveva fatto un grande regalo. Avevo 16 anni e la sua durezza fu fondamentale, gli sarò per sempre grato”.(Steven Spielberg: “The Fabelmans? E’ nato durante la pandemia” di Cristiana Paternò 2102 2023 news.cinecitta.com).Questa lectio magistralis battezza cinematograficamente Sammy ,apprenderà il valore della prospettiva e quini dell’arte, capace di cambiare il senso dell’immagine: il giovane uscirà da quell’ufficio con gli occhi bagnati di felicità in cerca di una sua via tra gli Studios.
Were’s the Horizon?;When the horizon is at the top, it’s interesting;when it’s on the bottom, it’s interesting. When it’s in the middle, it’s fucking boring. Frasi del film
PAOLA OLIVIERI