“Il Sole dell’avvenire”, è l’ultimo film di Nanni Moretti presentato in concorso alla 76ª edizione del Festival Cannes, favorevolmente accolto dalla critica nella raffinata kermesse francese.. L’attore regista ritorna in pista per interpretare Giovanni un regista in crisi, suo alter ego con cui condividere riflessioni e verità simile a Michele Apicella.,un altro suo storico e immaginario personaggio. Attraverso questa maschera, il regista mette in scena una critica sociale dal sapore dissacratorio, sapientemente rinnovato è atterrato in cinque sue grandiose pellicole. Da studente fuori corso di “ Ecce bombo” (1978) a nevrotico regista di Sogni d’oro (1981) , diventando in seguito l’ossessivo professore in “Bianca “(1983) fino al divertente pallanuotista di “ Palombella rossa ( 1989) “ intrappolato in una assurda ma metaforica amnesia. (1989.) Dove è andato ora Michele Apicella che ha sempre interpretato ? Nanni Giovanni lotta con la troppa mutevolezza della società che richiede nuovi equilibri ,.ama sempre conciliarsi solo con una minoranze di persone ed ironizza su quella omologazione capace di imprigionare l’uomo dentro il sistema. Moretti strizza sempre l’occhio allo spettatore divertendolo con l una graffiante ironia, obbligandolo inconsapevolmente a profonde riflessioni su una società i cui valori sembrano essere caduti nel polverone.
La sua straripante personalità giganteggia sempre nella sua cinematografia ,anzi, ne “ Il sole dell’avvenire” torna sotto i riflettori mentre dirige un film con due grandiosi i protagonisti: Ennio ,( Silvio Orlando) giornalista e segretario di una sezione del PC del Quarticciolo e Vera, ( Barbora Bobulova) la sua fedele e generosa compagna . I due ,vivono con tante aspettative il clima di rinascita del dopoguerra, felici di ricevere un circo ungherese che arriva durante la rivoluzione dell’Ungheria del 1956 .L’evento divise la sinistra italiana e cambia il presente dei due personaggi. Ennio segue la linea togliattiana, ma dentro di sè cresce il disincanto verso l’ideale politico che lo annienterà .Il carattere istintivo di Vera la costringe a ribellarsi. Entrambi sopravviveranno abbracciando un nuovo ed inaspettato salvagente. Moretti, attua una rilettura storica fatta con i se possibile solo al cinema, precipitando il pubblico dentro una magica confusione dal sapore felliniano.
E’ complesso raccontare i suoi film ,bisogna solo viverli.! La struggente melanconia che avvolge i diversi piani narrativi si incrocia con gli attori -personaggi mentre fluttuano tra realtà e finzione dimorando in un grandioso set nel quale riflettere.. Giovanni continua a fantasticare su nuovi soggetti. Uno di questi è tratto dal racconto “ Il nuotatore” di John Cheever mentre l’alto è il romantico incontro di due giovani cuori che scocca al cinema -.Tutte le loro emozioni e contraddizione corrono attraverso splendide canzoni d’amore italiane. L’amore sembra vincere ma tutto intorno a Giovanni sta cambiando . La gustosa ritualità che lo stringeva a sua moglie Paola e alla figlia Emma prima dell’avvio di una film è interrotta dallo squillo dei cellulari. Lo scontro di Giovanni con la realtà è sempre più duro e solo attraverso nuovi equilibri è possibile costruire qualcosa di autentico. “Nella vita due principi bisogna averli “ i Animato d tali valori irrompe durante la lavorazione di un film horror prodotto dalla moglie Paola che lo sta lasciando ..
“ La scena che stai girando fa male al cinema, a te che la giri e a noi che la guardiamo” urla Giovanni invocando Renzo Piano , Corrado Augias , Marin Scorsese . Il cinema è per Moretti un’arte salvifica nella quale l’estetica incrociandosi con valori fondanti e mille altre contraddizioni crea quell’immaginario capace di essere fonte di ispirazione. Accarezzare il futuro significa costruire qualcosa di nuovo con valori capaci di resistere correndo verso l’avvenire senza dimenticare il passato partecipando alla marcia morettiana con tutti i personaggi della sua cinematografia .
Paola Olivieri
Nella vita due principi bisogna averli