Blonde di Andrew Dominik

Blonde

Blonde, firmato da Andrew Dominik, è un adattamento cinematografico tratto dal romanzo omonimo, diventato un classico della scrittrice drammaturga Joyce Carol Oates (Edito La nave di Teseo), interpretato da un cast all star nel quale spicca Anan de Armas. L’attrice corre incontro al mito abbracciando la fragilità di Norma, facendo leva sulla sua intensa espressività attoriale sprigionante una gamma di emozioni contrastanti .Blonde non ha nulla del biopic, è un dramma psicologico dentro un gioco di specchi, che focalizza l’attenzione sulle contraddittorie  della vita della  star, già sublimata in vita ad icona. Dimentichiamoci lo smagliante sorriso di Marylin, poiché il regista disegna una donna sconfitta e condizionata dai traumi della sua difficile infanzia:l’assenza del padre diventa una tormentata presenza come quella della madre affetta da instabilità psichica. Per Norma, l’agognato sogno del cinema si realizza cannibalizzandola inaspettatamente  e mettendola in scacco  da una Hollywood sessista, che di lei ha intercettato solo il suo corpo  debordante di sensualità. Marylin diventa la splendida immagine, il magnifico prodotto dello star System, sogno proibito delle nuove generazioni appena uscite dalla guerra. Era l ‘inarrivabile  bellezza che furoreggiava nei grandi manifesti. La diva non ci sta ad indossare sempre la maschera ma l’affermazione artistica le viene negata. Lei è solo la bionda, capace di portare frotte di uomini al cinema. Il regista fotografa l’attrice dentro una realtà dalla quale è impossibile fuggire: canovaccio di una vita fatta di matrimoni fallimentari, stupri, aborti spontanei e voluti e ambigui triangoli.Norma e Marylin non riescono a coesistere: il male di vivere della donna scorre nelle vene della star, dirette entrambe verso l’autodistruzione. Blonde è la chiave per raccontare il rovescio della medaglia della vita di Marylin, una fragile starlet dal volto luminoso diventata preda , le cui forti sincere emozioni proiettano una realtà distorta. 160 minuti di ottimo cinema dal carattere frammentario, nel quale si fronteggiano l’identità privata di Norma ed la sua identità pubblica, talmente ammaliante complessa  da celare l’inferno e la rabbia interiore di una donna morta suicida a soli 36 anni.

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