Desplechin ,il regista delle emozioni.

Ed eccoci qua … intrappolati  nella instabile dimensione di realtà e finzione disegnata da Arnaud Desplechin,il quale racconta storie di vite di uomini e donne che hanno toccato abissi e vette emozionali attraversando in queste corse un turbinio di sentimenti. Costruisce per le loro contraddittorie esistenze dei gioielli cinematografici  fatti di intrecci sorprendenti,carichi di tensioni  e colmi di rimandi. Desplechin è il regista delle emozioni ma è anche soggiogato dal rapporto tra cinema e scrittura.L’inspiegabile abbandono della moglie Carlotta  subito da Ismael Vuillard,genera nell’uomo  ossessioni che devastano il suo presente.Invece,ne “ I giorni più belli”, il protagonista Paul Dedalus vive con furore intatto il ricordo dell’incondizionato amore con Esther .Quasi tutti i personaggi cinematografici del regista sono vampirizzati dal passato ,incapaci di guardare al futuro,intrappolati in un labirintico cinema quasi ingarbugliato .Il fatto che si rincorrono gli stessi temi e gli stessi nomi non è vezzo registico, perché lo stesso Desplechin dichiara che“ i nomi sono diventati allora per me come dei segnali da mandare agli attori. .( (Intervista a  Arnaud  Desplechin 28 marzo 2018 di Chiara Borroni cineforum.it).Il tema delle doppia identità vibra di una sua fascinazione,irrompendo nelle prime immagini de “I giorni più belli” diventando l’incipit  del lungo viaggio di Paul nella sua giovinezza dominata dal destabilizzante amore per Esther,pulsante di una  forte passionalità che non cede al tempo. Anche ne “ I Fantasmi di Ismaele”, il regista  Ismaele sceglie come soggetto la proiezione di suo fratello e lo  chiama Ivan Dedalus, ma l’idea non riesce a prendere corpo. “Tromperie” è il suo  l’ultimo film evento  tratto da “Inganno” di Tim Roth che all’epoca  viveva come il protagonista del film a Londra. Anche se in questa ultima opera  si rincorrono quelle tematiche come l’autobiografismo e quello della fedeltà amorosa, assumono valenze  completamente diverse per ogni personaggio.

Paola Olivieri.

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