Tromperie di Arnaud Desplechin

“Tromperie”, firmato da Arnaud Desplechin, è stato proiettato durante la nuova di sezione Première all’ultimo Festival di Cannes: è un adattamento del romanzo omonimo del grande autore statunitense Philip Roth scomparso nel 2018. Il regista francese ha coraggiosamente traslato nel grande schermo una tessitura letteraria di alto livello culturale, che corre su affascinanti dialoghi, generando un film che si presta a diversi piani di lettura. Il film omaggia la grandezza della letteratura e, come dichiara lo stesso regista in una intervista, “Per fare in modo che il film fosse realmente il trionfo della parola: dovevamo fare in modo che le persone si fidassero delle nostre immagini piuttosto che del sonoro. Era necessario realizzare delle immagini sensuali per permetter al pubblico di percepirle ed emozionarsi”. (Il Giorno Tromperie Inganno: Arnaud Desplechin racconta il film tratto dal romanzo di Philp Roth di Manuela Santacatterina . 05 aprile 2022 ).«Forse è un libro che non riuscirò mai ad adattare per lo schermo, e so che me ne pentirò per il resto dei miei giorni». Si confidava così nel 2015 Arnaud Desplechin su “The Film Stage” parlando di Deception, romanzo di Philip Roth pubblicato nel 1990. L’anno seguente, sempre sulle pagine del magazine americano, tornò sull’argomento. «Questo libro mi affascina perché è solo puro dialogo, il più bel dialogo che abbia letto tra un uomo e una donna. Il film parla di intimità. Quindi come ti relazioni ai problemi di politica mondiale quando il film ha a che fare con l’intimità? Quindi immagino che sarebbe una cosa meravigliosa, ma non sono sicuro che lo schermo sarebbe lo strumento perfetto». (Deception | Arnaud Desplechin, Léa Seydoux e quel romanzo di Philip Roth di Manuela Santacatterina 13 Luglio 2021 hotcorn.com).Il regista, insieme Julie Peyr, ha scritto la sceneggiatura del film girato nel settembre del 2020. “Mentre scrivevamo – racconta il regista francese – era come se un tappeto si stendesse davanti a noi: i nostri due eroi erano intrappolati nello studio dello scrittore, nello stesso modo in cui lo eravamo noi, confinati da un lockdown”. (“Tromperie” di Valerio Sammarco, Cinematografo.it).Il film evoca una miriade di riflessioni, filtrate dall’affascinante linguaggio di Desplechin, che precipita lo spettatore in una terra di mezzo affollata di interrogativi ricorrenti e affascinanti fantasmi. E’ Tromperie una opera cinematografica nutrita delle trame di vita di Philippe Roth? Forse…Chi ama Desplechin conosce la sua abilità magica di correre (come succede solo nei sogni), tra realtà e finzione cinematografica, rubando così in quel confine labile i guizzi emozionali negli occhi degli attori che diventano verità assolute per i suoi personaggi. Il protagonista è Philippe(Denis Podalydès), un affascinante scrittore che ogni giorno si reca nel suo studio per lavorare. L’altro personaggio è la sua amante, interpretata da Léa Seydoux , che si reca da lui irrompendo nel suo presente. La donna non ha nome, è una borghese colta, assuefatta di un matrimonio vacuo d’amore. I due parlano, litigano, ridono e soprattutto condividono fragilità ed intime emozioni, in quello studio che diventa rifugio e luogo di amore. I verbosi e complessi dialoghi sono così potenti da stringerli in attimi di grande felicità, così come di allontanarli improvvisamente, mentre l’uomo istrionicamente governa il filo della conversazione sfociante nell’adulterio, antisemitismo e letteratura. Lo scrittore guarda con attenzione la donna e riscrive tutto quello che dice in una specie di diario. Forse sarà la prossima eroina di un suo libro spogliandola, non più dei suoi abiti, ma di quelle emozioni che, intrecciandosi con personaggi immaginari, trasportano il lettore in altre coinvolgenti dimensioni letterarie.Ma Philippe dialoga con tutte le sue iconiche donne così diverse tra loro, ma foriere di visioni di vita che si contrappongono. Appare la moglie (Anouk Grinberg) con la quale vive un matrimonio stanco. L’amica straniera (Madalina Constantin) intrappolata in un matrimonio di convenienza per sfuggire ai servizi segreti. La ex studentessa (Rebecca Marder) caduta nella sperale della depressione. La ex amante (Emmanuelle Devos) in stadio terminale che vive a New York. Tutti i personaggi subiranno delle evoluzioni che si riannodano ai ricordi del passato, vissuti con Philippe, mentre subiscono un presente afflitto dal male di vivere. Anche a Philippe non rimane che aggrapparsi ai sogni, oppure agli impetuosi incontri vissuti con attimi di sincerità amorosa, capaci di fargli dimenticare l’ineluttabilità della fine della vita.

Paola Olivieri

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