RO.GO.PA.G.
19 11 2020Ro.Go.Pa.G. è film uscito nel 1963 suddiviso in quattro episodi, il cui titolo siglato indica i cognomi dei quattro registi che hanno diretto gli slegati capitoli cinematografici. RO.GO.PA.G identifica con RO Rossellini, invece per GO. Godard, mentre per PA. e G. rispettivamente Pasolini e Gregoretti. I diversi cast tutti all star, sono protagonisti di acuti sguardi cinematografici sulla società degli anni 60 che, investita dall’improvviso boom economico cambiò il mondo di vivere. La veloce crescita industriale produsse una omologazione sociale nella quale l’uomo ha lasciato tra le nebbie dei ricordi i valori fondanti.
“Illibatezza” è il titolo del primo episodio firmato da Roberto Rossellini, il quale mette al centro una giovane hostess (Rosanna Schiaffino), che si filma e si fa filmare con un Super8 per il fidanzato che vive lontano. A Bangkok, è vittima di uno stressante corteggiamento da parte di un problematico americano: l’uomo la insegue perché stregato dal suo volto angelicato su un corpo flessuoso e seducente. La giovane disperata a causa del molestatore, su consiglio di uno psichiatra si trasforma in una maliarda provocante che balla il twist, facendo dimenticare all’americano la sua bellezza dal sapore materno. La veloce trasformazione spariglia le carte in tavola, l’uomo deluso si rifugia nel pianto abbracciando ossessivamente l’immagine perduta della hostess più angelo del focolare. E’ dunque l’immagine cinematografica la più grande illusione? Dopo questo film, il geniale e moderno Roberto Rossellini inizia a pensare alla Tv come nuovo mezzo di comunicazione culturale guardando il cinema come una potente magie e illusione. Renzo Rossellini, figlio del regista, ricorda il periodo nel quale il padre partecipò ad un grande progetto televisivo: “la ragione per cui si è dedicato ai film sulla storia è stata perché vedeva la gente disorientata e smarrita di fronte alle modernità. Citando un adagio del Talmud, “Quando non sai dove andare guardati indietro da dove vieni”, ha applicato questo principio al suo lavoro: non per raccontare storie, ma la Storia, per orientare le future generazioni usando un potente media come l’audiovisivo.” (Avvenire.it IL FIGLIO RENZO. La tv che sognava mio padre Roberto Rossellini di Andrea D’Agostino 22 ottobre 2012). Il nuovo mondo è firmato dal geniale Jean-Luc Godard, Il protagonista scopre da un giornale che vicino a Parigi c’è stato uno scoppio atomico. Da quel momento il legame con la bella Alexandra cambia, tra loro si erge un muro di incomunicabilità, ogni gesto e azione diventa meccanico fino a che lei gli dichiara “io ti ex amo”. Il regista disegna una Ville Lumiere defraudata della sua vivacità, precipitata nella stagnante staticità di un nuovo mondo abitato da uomini e donne che ingurgitano continuamente strane pasticche. La fatale uniformazione soffoca il pluralismo culturale- La morte segna il finale dei protagonisti di “La ricotta”, firmato da Pier Paolo Pasolini e “Pollo Ruspante” di Ugo Gregoretti. Il Boom economico non ha baciato il sottoproletario Stracci, l’umile protagonista di “La ricotta” che girovaga in cerca di un cestino per il pranzo mentre girano un film sulla passione di Gesù diretto da Orson Welles. Dopo una serie di peripezie e tanti sguardi di uomini cinici, il nostro protagonista si abbufferà con la ricotta, ma salito sulla crocefisso morirà improvvisamente. Gregoretti continua la seria e spietata analisi sulla società ampliandola con una serie di risvolti psicologici. In “Pollo ruspante”, Toni e la sua famiglia, inseguono modelli pubblicitari che impongono il consumo: acquistano tv, frequentano Autogrill e pensano anche ad un terreno per costruire una villetta mentre un esimio professore illustra in un meeting i connotati di un consumatore medio. La fine del simposio si incrocia con il tragico frontale di Tony causato dalla sua mente distratta dal desiderio irrefrenabile dell’acquisto.
Paola Olivieri.