TENET REGIA DI CHRISTOPHER NOLAN .

TENET.

29 10 2020Con “Tenet”, Christopher Nolan ipnotizza il suo pubblico intrappolandolo in una esperienza audiovisiva spaventosamente coinvolgente, in quanto l’adrenalinico intreccio è dominato da sinistre e palindrome manipolazioni temporali. Agli occhi dello spettatore, il cuore filmico che batte per un intrigo spionistico, è continuamente destrutturato e ricostruito perché ogni azione è soggetta all’’inversione dell’entropia.

Nelle prime immagini, appare un agente segreto della CIA sotto copertura (John David Washington), impegnato in una azione militare al Teatro dell’Opera di Kiev mentre sta per iniziare un concerto: approfittando dello spettacolare assedio, l’uomo cerca qualcosa di prezioso per salvare l’umanità. Niente va come previsto. Cade nelle mani del nemico, subisce torture ma riesce lo stesso a ingerisce la pillola in dotazione per assicurarsi la morte. Inaspettatamente l’uomo si risveglia e scopre che l’operazione è stata solo un banco di prova per testare la sua fedeltà e coraggio alla nazione: è subito parte di una missione segreta volta a sconfiggere un nemico prossimo a scatenare una catastrofe planetaria. ”Quello che posso darti è una parola, Tenet, aprirà le porte giuste e quelle sbagliate usala con cautela” dice Victor ( Martin Donovan), appartenente ai servizi segreti, al nostro uomo di cui non conosciamo il nome.

In un laboratorio segreto, una scienziata ( Clemence Poesy) gli comunica che un inquietante algoritmo (creato in un lontano futuro) è capace di rovesciare indietro qualunque azione e le pallottole invertite, da lei esaminate, sono reperti di una guerra non ancora accaduta. “ C’è gente nel futuro che ha bisogno di noi… di Tenet “, dice una trafficante di armi di nome Priya (Dimple Kapadia) al nostro agente, già affiancato da Neil ( Robert Pattinson), altro agente segreto proveniente da anelli temporali. Chi vuole invertire il mondo e distruggere ciò che è esistito? Mentre i graffianti dialoghi del potente film sono attraversati dalle parole del monolitico quadrato del Sator, appare la fascinosa e iconica Kat (Elisabeth Debicki), astuta mercante d’arte, moglie infelice del temibile e crudele Andrei Sator (Kenneth Branagh). Quest’ultimo prende accordi con uomini del futuro, occulta e mente continuamente, tenendo sotto ricatto la splendida moglie. “Se non ti posso avere io, non ti potrà avere nessuno”, dice Sator a Kat, ma tale crudele visione è rivolta all’umanità che vorrebbe trascinare con sé nell’ultimo giorno della sua vita. Dove è l’algoritmo? Tenet diventa una folle corsa per salvare il mondo, governata da gelidi protagonisti che lottano in un presente infinito fatto di scontri tra passato e futuro, precipitando per scelta in processi di inversione temporale. Di grande impatto sono le azioni della loro esistenza in doppia versione, nelle stesso momento: indossano maschere per respirare l’ossigeno del presente che lasciano, ripercorrendo azioni già vissute con nuove vie d’uscita.

Il sospirato finale si rivela essere un inizio per il protagonista, mentre il pubblico ancorato nell’universo cinematografico del regista, ha vissuto per 190 minuti la magia di un cinema, nel quale tutto è possibile. La frammentazione creativa che corre nel delicato equilibrio tra finzione e realtà, la cronologia interrotta che si intreccia con lo spirito degli 007, sono le chiavi di Nolan che aprono i sogni e, come può succedere in essi, l’immersione è d’obbligo vivendo emozioni avvolgenti più che mai.

Paola Olivieri

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