UN GIORNO DI PIOGGIA A NEW YORK
09 12 2019“Un giorno di pioggia a New York” è l’ultima fatica cinematografica di Woody Allen. Considerato unanimemente dalla critica come il regista statunitense più europeo, guarda ancora con febbrile entusiasmo la sua New York come fosse una musa. Attraverso la potenza del cinema ed uno stile inimitabile, la trasforma in un luogo perfetto per ritrovare l’identità smarrita e poter vivere sogni d’amore.
I protagonisti di questa nuova avventura cinematografica sono la giovane coppia Gatsby (Timothée Hal Chalamet) e Ashleigh ( Elle Fanninh) : hanno programmato di trascorrere un week end nella Grande Mela. Lei è una giornalista dilettante, entusiasta di questa vacanza perché ha ottenuto un’intervista con Roland Pollard ( Liev Schreiber)un regista di culto pronto ad accoglierla e a regalargli una “chicca”. Gatsby, invece, è un newyorkese dell’upper class innamorato della sua città: vuol far assaporare alla sua metà la magica atmosfera dei locali retrò, dove si suona un buon jazz. L’incontro tra Ashleigh ed il regista cambia il destino della coppia: l’uomo intrappolato in una crisi esistenziale, rivive nell’incontro con Ashleigh un arcobaleno di emozioni dimenticate.
Troppe nuvole oscurano i raggi di entusiasmo di Gatsby: vedrà andare in fumo tutti i suoi progetti di amore. Questa in fondo è la vita… la pioggia battente scivola sui nostri protagonisti cambiando i loro destini. “La pioggia simboleggia il romanticismo e l’amore” dice Woody Allen, “suggerisce il modo diverso in cui Gatsby e Ashleigh vedono la vita. “Ashleigh pensa che la pioggia sia triste, mentre Gatsby la trova romantica”. Entrambi con registri diversi sono due sognatori. Lei non ha conflitti interiori come Gatsby, sceglie di cedere alle lusinghe dell’effimero mondo del cinema, cadrà nelle brame di registi in crisi così come in quelle di divi intriganti che gli regaleranno, forse, uno scoop oppure una notte di passione. E’ indubbio che il giovane Gatsby è l’alter ego di Woody, fisicamente esile, abbigliato fuori moda, mago del poker ed amante di Gershwin e particolarmente degli anni venti. Forse ricorda Gil (Owen Wilson) di “Midnight in Paris” dotata di una fervida immaginazione, così sentita da scivolare nei salotti letterari con Gertrude Stein . Hemingway “La vita reale è per chi non sa fare di meglio”, dice Chan ( Selena Gomez) a Gatsby, mentre la magia del cinema gli sta aprendo nuovi ed inaspettati orizzonti. Gatsby vagando in un mare di affanni incontrerà, dietro l’angolo, qualcuno che lo aspetta. Dentro un set di un amico regista rivede Chan, una amica mai dimenticata, mentre l’incontro con suo fratello in crisi gli ricorda l’imperiosa madre ( Cherry Jones) fonte di continui conflitti.
New York è resa mitologica, si riconferma essere un luogo irreale, di evasione nel quale i nostri protagonisti vivranno un caleidoscopio di emozioni, scivolando tra indecisione fragilità personali, fiaccati dalle insoddisfazioni per sfociare in quella ricerca identitaria capace di cambiare il futuro. Tutto il film è un arazzo ben tessuto nel quale i personaggi e le complicate relazioni che intercorrono tra di loro, sono l’archetipo di quel linguaggio alleniano capace di guardare con ironica intelligenza alla complessità della vita. “Un giorno di pioggia a New York” è interpretato da giovanissimi attori che rendono il film più vitale, ebbro di quei caldi colori che incrociandosi con i giochi di luce di Vittorio Storaro, trasformano gli ambienti in atmosfere da sogno.
L’irrisolto Gatsby avvitato nella sua solitudine, consuma le ultime ore finendo al lussuoso party di sua madre, con la quale avrà uno scontro seguito da una sincera e inaspettata confessione, che cambierà le sue scelte. Se il caso divide e travolge uomini e donne, l’urgenza della ricerca della verità, incrociandosi con l’amore spariglia le carte, regalando improvvisamente un romantico inizio che sboccia tra gocce di pioggia. Sotto l’orologio di Central Park.
pAOLA OLIVIERI