MARTIN EDEN DI PIETRO MARCELLO

03 10 2019Dopo che l’attore Luca Marinelli ha interpretato “Martin Eden” di Pietro Marcello aggiudicandosi la Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile a Venezia 76, il film ha conquistato al Festival di Toronto il prestigioso riconoscimento Platform Prize.

Il giovane regista campano, scaraventa il pubblico dentro una libera trasposizione del “Martin Eden” di Jack London conservandone il nome del romanzo omonimo, cambiando totalmente l’ambientazione geografica. Pietro Marcello trasferisce il protagonista dalla cittadina di Oakland dei primi del Novecento a una vitalissima e chiassosa Napoli, facendolo fluttuare in una atemporalità che chiama a sé i significativi momenti storici del Secolo Breve, con al centro gli umili intrappolati tra le mille difficoltà.

Sarà dentro questa frammentaria dimensione cinematografica, governata da una genialità registica, che si fa largo la vicenda del marinaio Martin Eden (Luca Marinelli), il quale salvando da un pestaggio Arturo Orsini, rampollo di una famiglia borghese, entra in contatto con la sua aristocratica famiglia. Durante un formale convivio nella dimora degli Orsini, scocca l’amore tra Martin e la sofisticata Elena (sorella di Arturo): per l’uomo l’inarrivabile Elena diventerà una ossessione, la concretizzazione del loro legame rimarrà un sogno impossibile a causa del divario sociale. “Il quadro è bello, ma da lontano…da vicino si vedono solo le macchie”, dice Martin mentre guarda un quadro a casa di Elena Orsini, la scoperta dell’arte e la sua folgorazione per la cultura cambieranno per sempre il suo sentiero di vita.

Elena lo avvia alla lettura dei grandi classici della letteratura, mentre l’irrequieto e anarchico Russ Bressden, nei circoli politici dove si agitano anime politiche foriere di visioni che si contrappongono, Russ diventa il mentore di Martin. Il giovane inizia a studiare la grammatica, amplia il suo vocabolario, vuole diventare scrittore, cerca così il sospirato riscatto attraverso la cultura. Percorrendo la via del sapere piena di tribolazioni, guarda con occhi perspicaci la società che lo circonda, traduce con la potenza delle parole la cruda verità in racconti, rigettati da editori che hanno orecchi solo per una realtà edulcorata.

Mentre Martin Intraprende uno studio matto e disperatissimo , subisce varie forme di disprezzo e di derisione, sferra  feroci critiche al socialismo sconfinando in un forte individualismo.  Si accorgerà in seguito  che la corsa verso il successo lo ha  scaraventato nella più cupa solitudine  allontanandolo  dalla realtà e dai grandi ideali che animavano i suoi scritti . Ora  Martin è uno scrittore di successo  ma  disgustato dalla vita , è  parte di un   grande ingranaggio   che lui  vorrebbe cambiare ma  non è possibile . Il suo sogno d’amore  è svanito  come il senso della propria arte: “

Paola Olivieri

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