12/09/2019.Il poetico e travolgente ”Bombay Rose” firmato dalla regista indiana Gitanjali Rao ha aperto la 34esima edizione della Settimana della Critica nell’ambito della 76a Mostra del Cinema di Venezia.
La visione del film è stata un’ autentica sorpresa perché la splendida animazione disegnata dalla stessa regista correndo tra scoppi di ingegno e deliri figurativi ,precipita lo spettatore dentro un vortice ubriaco di colori accesi, scandito da una colonna sonora struggente.
Dimentichiamoci per un attimo gli schemi della Disney e senza reticenze fluttiamo in questa fiaba dolce amara pulsante di drammi sociali, ove amore e morte, incrociandosi tra loro, vengono incastonati in un incantesimo visivo traboccante di mille sensazioni che si rivelano essere le vere protagoniste di questa dimensione immaginifica. Questi intenti sono annunciati già dalle prime immagini del film, che hanno luogo dentro un cinema ove viene proiettato un film bollywoodiano: il protagonista cavallerescamente lotta per la sua amata, il loro bacio che cesella il loro amore viene censurato suscitando stupore nella sala.
E’ attraverso questa censura che la regista ci introduce in una quotidianità difficile, sceglie come ambientazione le trafficatissime e pericolose strade di Mumbay che diventano luoghi di incontro e scontro tra antichi valori e roboante modernità per celebrare storie d’amore impossibili .
I protagonisti del film vivono nella assoluta povertà , sono ostacolati da altri uomini che gli impediscono ogni via di fuga , ma le loro storie sono legati da una metaforica rosa scarlatta simboleggiante la forza primigenia delle emozioni capace di sconfinare in qualsiasi realtà.
Nelle caotiche strade appare la dolce Kamala che incontra il forte e sincero Salim , lei è indù, mentre lui è mussulmano. L’appartenenza a due religioni diverse ostacola il loro possibile futuro: per un attimo il loro bacio sembra cambiare il loro destino, il lieto fine appartiene sono alle fiabe e quindi ai nostri non rimane che vivere di sogni pensando al cinema capaci di saziare il loro presente. Se da un lato la regista regala un sogno d’amore, dall’altro con occhi attenti guarda quei soprusi e quei silenzi imposti a tutti quei piccoli che cadono nelle maglie dello sfruttamento lavorativo come a tutti coloro che sono intrappolati in una realtà sociale senza via d’uscita.
Mentre Kamala è costretta per sopravvivere a fare di notte la ballerina dentro un locale illegale, vittima di un losco individuo e Salim a rubare i fiori nei cimiteri per poi rivenderli in strada, il presente di Tara (la sorellina della protagonista) è quel raggio di speranza che illumina il film.
La piccola è una diligente studentessa, forse la migliore della sua classe, è il futuro che corre verso l’emancipazione femminile, sfida le convenzioni proteggendo chi è più sfortunato di lei, conquista il cuore di una anziana insegnante di inglese che vive nel ricordo del passato, ma che le insegna le differenza dei colori molto amati dalla regista, metafora a loro volta delle emozioni.
Bombay Rose è una favola più simile ad una esperienza visiva e auditiva dal carattere ipnotico con al centro personaggi che correndo verso il cambiamento si scontrano con deraglianti problematiche sociali i nostri sempre aggrappati alle loro speranze come al sogno (espresso con magistrali gli stacchi della realtà) sono parte di una dimensione di grande potenza che mentre invoca i valori della libertà apre il cuore a tutti gli uomini,
Paola Olivieri.
Bombay Rose by Gitanjali.
The poetic and and passionate “ Bombay Rose” written by the Indian Film Director Gitanjali Rao inaugurated the 34th edition of the Critics’ Week within the 76th International Film Festival in Venice.
The vision of the film has been an authentic surprise because the stunning animation outlined by the Director herself with sparks of ingenuity and figurative ravings, plunge the spectator into a crazy vortex of vivid colors all chanted by a poignant soundtrack.
Let’s forget the Disney schemes for a second and without hestitation let’s float into this sweet and sour fairytale filled with social dramas – where love and death interlace each other and are nestled in a pictorially majic spell overflowing in endless sensations that turn out to be the real protagonists of this magnificent dimension. These intentions are clearly recognizable from the first images of the film – a film that takes place in a cinema where a Bollywood film is projected: the protagonist graciously strives for his loved one – the kiss that seals their love is censured creating astonishment in the movie theater.
It is with this censorship that the Director introduces us to a difficult everyday life. As a setting she chooses the extreme traffic and dangerous streets of Bombay that become the intersection between ancient virtues and pompous modernity to celebrate impossible love stories.
The main characters of the film live in absolute poverty , they are obstructed by other men that forbid them from escaping – but their stories are connected to a metaphoric scarlet rose that symbolises the primitive force of emotions capable of straying towards any type of reality.
In the chaotic streets sweet Kamala appears and encounters the strong and sincere Salim – she is hindu while he is muslim. The fact that they belong to two different religions is a set back for their future: for just a second their kiss seems to change their destiny – but a happy ending belongs only to fairytales and therefore we can only live with these dreams with an eye on the movie capable of satisfying their present lives. If on one hand the director donates a dream of love, on the other hand she carefully looks at the oppressions and the imposed silences to all those children that fall in the trap of labour exploitation just like all those people that are stuck in a social setting with no way out.
While Kamala is forced to work as a ballerina in an illegal nightclub during evenings in order to survive and while she is also victim of a creepy fellow , Salim steels flowers in graveyards and sells them in the street. On the other hand Tara (sister of the main character) represents that ray of hope that illuminates the film.
The young girl is a very bright student – maybe the best in her class – and she represents the future that runs toward female emancipation, challenging conventions and protecting the more unfortunate .She conquers the heart of an old English teacher that lives of past memories but teaches her the differences of colors. The director is very fond of this anecdote because these colors are a metaphor that express emotions.
Bombay Rose is a fairytale more similar to a visual and auditory experience with a hypnotic nature. It is centered among characters that run towards changes and clash with their social problems . In the meantime though they hang on to their hopes and dreams (conveyed through a skilfull detachment from reality) . They are part of a dimension of great power and while evoking virtues of liberty, they open all hearts of all men.