STANLIO & OLLIO
Regia di Jon S. Baird
19/06/2019Nel firmamento cinematografico, la formidabile coppia comica formata da Stanlio e Ollio ha lasciato tracce inimitabili: fa parte di quel novero di star del cinema muto che non solo sopravvissero al passaggio nel sonoro, anzi, proprio in esso divennero leggenda. Tra il 1927 e il 1950 Stan Laurel e Oliver Hardy hanno girato 32 cortometraggi muti, 40 cortometraggi parlati, 23 lungometraggi, schiere di fan hanno amato la loro comicità esilarante, nella quale una mimica apparentemente estemporanea e impacciata era coprotagonista di strampalate situazioni, sprigionanti innocenza e fanciullezza.
Il cinema ci ha consegnato il timidissimo e imbranato Stanlio che, col suo immancabile cravattino, grattandosi la testa con pochi capelli, confabula con lo sbuffante Ollio, dallo spiccato accento americano, il quale lo rimprovera guardandolo sempre con disappunto. Risultato: la trasformazione di qualsiasi azione in un vero disastro. Con la loro fresca comicità, Stanlio e Ollio hanno conquistato intere generazioni, entrando nell’immaginario collettivo. Della loro vita privata sappiamo ben poco. Jef Pope, lo sceneggiatore del biopic “Stanlio & Ollio” firmato da Baird, ha riscoperto e condiviso con il regista e la produttrice il ricordo della loro tournée teatrale tenutasi all’inizio degli anni 50 in Inghilterra, documentata nel libro di A.J. Marriot “Laurel & Hardy: The British Tours”.
E’ attraverso questo biopic sorprendente che il regista apre una fessura tra la realtà dorata del cinema e il dietro le quinte, facendoci scoprire inediti lati dei due giganti del cinema. Era veramente idilliaco il loro legame?
Il film si apre nel 1937, ad Hollywood, omaggio al Grande Cinema. Una carrellata riprende Stan e Oliver che, dal loro camerino, si dirigono in un teatro di posa: il primo discute animosamente con il produttore Hal Roach, venendo in seguito licenziato. Oliver, ancora sotto contratto, girerà un altro film senza Stan: questo tradimento si trasformerà in un rancore che l’uomo proverà per quasi tutta la vita nei confronti dell’altra “metà”. Un veloce stacco di macchina ci precipita nei primi anni ’50, sul viale del tramonto di due comici ormai clown tristi, dimenticati dal cinema, che vivono un presente incerto, la cui popolarità è cristallizzata nei ricordi dei genitori delle giovani generazioni.
Se la gloria è effimera, l’ansia di riacciuffarla ha effetti devastanti sui “nostri” che, ancora agitati da vecchi rancori, intraprendono una tournée teatrale in Gran Bretagna, sperando in un rilancio cinematografico. E’ dentro questo lungo peregrinare che litigando, riappacificandosi, passando le serate in hotel a parlare, scopriranno il valore emotivo del loro rapporto. I loro numeri ancora sprigionano la magia di un tempo, richiamando poco a poco e inaspettatamente il pubblicò, che affollerà i grandi teatri. Mentre la vita privata della coppia si incrocia con quella cinematografica, Stan e Oliver vivono amaramente nel ricordo di un successo lontano, all’ombra di un passato filmico che li aveva resi celebri. E qui il regista fa cadere, grazie allo sceneggiatore Jeff Pop, alcune gag che omaggiano i loro successi, metafora di quanto il processo creativo inglobi l’uomo e l’attore.
Eppure, sul breve e ritrovato successo teatrale di Stan e Oliver soffiano venti di melanconia che si alternano ad attimi struggenti di umanità, nei quali il primo, sempre intento a scrivere “numeri” per il loro spettacoli, guarda con occhi bagnati di nostalgia Ollio ormai ammalato, stanco, che ama ancora calcare il palcoscenico. La ruggine della separazione è acqua passata, inaspettatamente si apre per loro un breve ed intenso capitolo di grande amicizia, vissuta gomito a gomito e non compresa dalle rispettive ed inquiete mogli. Il loro legame è stato per entrambi qualcosa di più: con la morte di Oliver, Stan non vorrà alcun futuro artistico senza di lui.
Questo film che si preannuncia vincitore di molti premi, si avvale di due attori trainanti (Steve Coogan nelle vesti di Stan e John C,Reilly in quelle di Oliver) che non solo hanno replicato magistralmente la loro mimica, ma, scavando dentro se stessi, hanno illuminato il lato umano della celebre coppia.
Paola Olivieri.