“Il PRIMO RE” REGIA DI MATTEO ROVERE

La visione di “  ll primo re “ firmato dal giovane regista  Matteo Rovere è stata una grande sorpresa perché coraggiosa con esiti magnifici è stata  la scelta di raccontare  il mito fondativo dell’impero romano pervenuto  molto tempo dopo da Livio e Plutarco.

“Gli autori hanno   approfondito  la narrazione del mito  “ ,  tentando  di  interrogarla,  cercando  gli  elementi  maggiormente  ricorrenti:  due  fratelli  gemelli,  Albalonga,  un  tradimento,  un  cerchio  sacro,  un  segno  degli  dei.  continua  Matteo Rovere  “ci ha ricondotto a un dilemma primario, viscerale: cosa prediligere nella vita, la sopravvivenza del nostro gemello, ovvero  della  parte  più  intima  di  noi,  o  la  sottomissione  a  un  potere  più  grande,  poiché  non  tutto ci è dato di sapere? Le nostre vite ci appartengono fino in fondo?

Da queste domande nasce un film  realista e  suggestivo, pulsante  di una certa contemporaneità  che affonda  su una narrazione  complessa colma di   simboli  e  significati ove ritrovarsi e confrontarsi attraverso le figure dei due gemelli.La leggenda ci ricorda  che Romolo uccise Remo e fondò una città : sul sangue sul dolore nascerà  una stirpe che conquisterà la penisola fino ad arrivare ad assoggettare il mondo allora conosciuto . Nelle prime immagini  vediamo Romolo (Alessio Lapice) e Remo (Alessandro Borghi)   che vivono  allevando il bestiame vicino ad un fiume , travolti improvvisamente da una  violenta esondazione  i due   si cercheranno disperatamente  anche sott’acqua  fino a che  stanchi e stremati cadranno nella mani dei crudeli guerrieri di Alba Longa .

Fustigati e legati dai loro carcerieri  sono  costretti  ad assistere alla visione di lotte tra  prigionieri  nelle quali il perdente viene dato alle fiamme mentre  una vestale  (Tania Garibba),assiste impassibile  al volere degli Dei . Romolo e  Remo  costretti a sfidarsi tenderanno una trappola ai guerrieri di Alba Longa  : il loro  sanguinoso combattimento sfocerà in una astuta rivolta capace di liberare anche gli  altri uomini .

E’ dopo questa impresa che inizia l’epico epico viaggio sfidando la selva oscura e le ire degli dei  con al seguito una truppa scampata ed la vestale  Satnei  che custodisce gelosamente il fuoco sacro.

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Sarà  dentro questo suggestivo viaggio che conduce alle sponde del Tevere  , le cui immagini risvegliano paure ancestrali che Remo  si impone come  capobranco : è l’unico che osa  cacciare la notte ,al centro  di sanguinosi   dinamiche di potere nelle quali   proteggerà con la violenza inaudita  la sopravvivenza del gemello moribondo  sentito da lui come parte di se.

Remo si farà sempre più feroce con i nemici , conquisterà villaggi nei quali si insedierà :ha costruito sulla paura degli altri guerrieri una scala piramidale di  potere con lui in cima ma sarà , il responso degli aruspici di Satnea  scatenerà le ire di Remo mettendo in crisi legame fraterno.  “Dei due ne resterà solo uno”.

Quel  legame fraterno così inossidabile inizia a sfaldarsi :  l’individualismo  e la brutalità di Remo  si scontra con la devozione di Romolo  che volge il suo sguardo ad un futuro  chiamato Roma.

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