Francia: MEKTOUBE MY LOVE : CANTO UNO DI ABDELLATIF KECHICHE PREMIATO AL PRIX DE LA CRITIQUE 2018

Prix cinéma:

Mektoube My love Canto uno ( miglior film francese)

Regia di Abdellatif Kechiche

“Anche se in molti pensano che sia un’illusione, ho sempre mantenuto la convinzione che il cinema partecipi ad una nuova era, possibile, dell’umanità. Mi sento tanto un regista quanto un artigiano di questa speranza.  Se perdessi questa mia visione utopistica, perderei insieme ad essa il desiderio di fare cinema. Aspiro a fare in libertà dei film che siano anch’essi liberi, realizzati con pochi mezzi, e con l’intento di raccontare una storia, di partecipare al risveglio dell’anima…”. Questi gli ideali del regista Abdellatif Kechiche, autore del capolavoro “La Vita di Adele” (2013), ove l’amore omosessuale che lega Adele ed Emma è il mezzo per raccontare l’affermazione dell’identità di due ragazze che liberamente scelgono di vivere un meraviglioso legame, fonte anche di dolore.

Eppure, nel destino delle due, dopo la furente passione ed un tragico addio c’è la solitudine: Emma, che vive per l’arte, raggiungerà quell’affermazione tanto agognata ma cadrà nel vuoto dei roboanti vernissage, mentre Adele continuerà ad insegnare in un asilo, in un presente senza amore.

Kechiche, avvalendosi di una libertà narrativa senza pari, ricerca ossessivamente anche dalle due interpreti la spontaneità, catturando attraverso primi piani quel dolore che fuoriesce nelle lacrime di Adele, così come la sensualità esasperata degli incontri amorosi che insieme alle mille emozioni sono per entrambe le chiavi di nuovi capitoli di vita.

Come ne “La vita di Adele”, anche in “Mektoube My love Canto uno”, presentato alla 74esima edizione della mostra Del Cinema di Venezia, i protagonisti con le loro movenze sono complici di un innovativo ritmo cinematografico che si intreccia a complessi dinamismi psicologici.

Il protagonista è Amin (alter ego di Kechiche), che sogna di diventare uno sceneggiatore a Parigi. Ritorna per l’estate nella sua città natale, una comunità di pescatori del sud della Francia. I paesaggi paradisiaci, la luce accecante, i raggi di sole che accarezzano i corpi dei protagonisti, adagiati in spiagge bagnate da un mare blu, sono lo scenario della scoperta della giovinezza da parte dei protagonisti.

Il giovane, una volta arrivato a Sete, ritroverà la bellissima Ophelya, sua ex compagna di giochi, promessa sposa ad un militare: la ragazza vive contemporaneamente una relazione clandestina con Tony. Quest’ultimo si diverte a conquistare altre due bellissime ragazze del Sud della Francia, che dolcemente saranno accerchiate da lui e da Amin: passeranno tutti insieme momenti indimenticabili, allargando così questa comunità di gaudenti, contaminata dalla cultura tunisina.

E’ chiaro che gli occhi di Amin sono quelli del regista, il quale cattura quella smania amorosa dei giovani, che si cercano mentre danzano o giocano nell’acqua, ma incrocia anche quel chiacchiericcio femminile capace di provocare liti o mettere a tacere verità pericolose.

I primissimi piani, le inquadrature che ritraggono i protagonisti in momenti inconsueti, sono il frutto di quel pedinamento cinematografico di Kechiche che ipnotizza il pubblico costringendolo ad entrare dentro il grande schermo per vivere la gioiosità di un fuggevole presente.

Il regista franco tunisino ha fotografato come pochi, e con pochi mezzi cinematografici, la stagione della giovinezza. Tutto corre sul filo dello sguardo, dell’emozione, del tempo che scorre non scandito dai ritmi dell’orologio ma dalla ricerca dell’estasi.  Quest’ultima è espressa attraverso la forza primigenia della carnalità, che si incontra con la gioia della scoperta, mentre soffia quella leggerezza che tiene lontano le responsabilità appartenenti ad un’altra stagione.

Paola Olivieri

Meilleur film étranger:
Phantom thread di Paul Thomas Anderson.

 

Meilluer premier film

Jusqu’à  la garde di Xavier Legrand.

Meilleur premier film étranger

Girl di Lukas Dhont.

Film Singulier francophone

Guy di Alex Lutz

Meilleur court métrage

La nuit des sacs plastique di Gabrile Harel.b