ASSASSINIO SULL’ORIENT EXPRESS DI KENNETH BRANAGH

ASSASSASSINIO SULL’ORIENT EXPRESS

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29/12/2017Kenneth Branagh, interprete shakespeariano di fama mondiale, attraversando con successo thriller come  action movie affronta, in qualità di regista e interprete, la regina del romanzo poliziesco Agatha Christie con l’avvincente giallo “Assassinio sull’Orient Express”.

Fu scritto dall’autrice nel 1934 ad Instambul. Nel passato, la trasposizione cinematografica più avvincente del romanzo è stata quella del 1974 firmata da Sidney Lumet, che si avvalse di un cast in felice stato di grazia composto da Lauren Bacall, Ingrid Bergman, Sean Connery, Anthony Perkins e Albert Finney.

L’attuale film è visivamente sontuoso: appare un vibrante Kennet Branagh nei panni del famoso detective belga Hercule Poirot (Kenneth Branagh) fisicamente meno pingue, sicuramente più eccentrico, con baffi troppo esagerati. Con le sue capacità attoriali buca lo schermo, insieme ad un cast incredibile composto da Penelope Cruz nei panni di Pilar Estravados (una misteriosa missionaria), Johnny Depp (John Ratchett-John Cassetti, l’inquietante vittima e origine di tutti i mali), Michelle Pfeiffer (Caroline Hubbard, ieratica artefice dell’intricata trama), Judi Dench (la pricipessa Dragomiroff dagli occhi magnetici).

La chiassosa quanto avventurosa introduzione di Hercule Poirot ha luogo a Gerusalemme, con un inaspettato furto di una reliquia mentre una folla tumultuosa aspetta intrepida la risoluzione del mistero. Come al solito, il detective si firma con l’attenzione verso i dettagli, fiutando i giusti   indizi e restituendo loro il vero valore che conduce alla verità. Il vizio di cogliere ogni elemento si traduce, nella vita di Poirot, in un’ossessiva ricerca della perfezione, come quella di far sistemare la cravatta a tutti.

 

Il film prende il via quando Poirot trova, grazie all’amico di sempre, un posto nello sfarzoso “Orient Exspress”, stranamente al completo nonostante la bassa stagione. Mentre il treno sfreccia nella notte in un’Europa ghiacciata, qualcosa di inaspettato sconvolge il viaggio. Si consuma un efferato delitto ed una slavina blocca il treno. La vittima è un uomo d’affari di nome Ratchett (John Depp) e Poirot si trova intrappolato e costretto a sciogliere il rebus.

 

L’assassino colpirà ancora? Tutto può succedere… Una natura completamente innevata, fatta di tramonti indimenticabili, di alti pendii come di pericolosi strapiombi, accerchia il manipolo di viaggiatori, tutti sospettati, mentre il treno bloccato su un ponte di legno sembra sospeso. L’occhio dello spettatore è affascinato dalla magniloquente ricostruzione degli interni, dalla bellezza dei costumi, dall’espressività dei volti che negano la verità mentre Branagh, in qualità di regista, cerca la via d’uscita.

L’ambientazione claustrofobica del treno, che stringe i protagonisti in un’atmosfera angosciante, è perfetta per questo thriller, ma viene volutamente interrotta da inaspettate uscite di Poirot tra la neve per tessere con i viaggiatori dialoghi serrati. Cercando la verità, lavora lungo il canale delle emozioni, scoprendone la vera sagoma come  la parte oscura.

Branagh ipnotizza lo spettatore, le piste sbagliate si intrecciano tra scontri a fuoco ed improvvisi inseguimenti, fino ad arrivare alla resa dei conti, nella quale ogni personaggio sfodera una sua personalità inaspettata, banchettando sul valore della giustizia e della verità in un’improbabile ultima cena.

“Vi auguro di trovare la pace. Lo auguro a tutti noi”, dice Poirot dopo aver ascoltato i tormenti e le ossessioni di una pluralità di coscienze. Il delitto è seguito da un castigo? Il dubbio, incrociandosi con  quest’ultimo , ha fatto crollare le antiche certezze, la colpa e le colpe non hanno sempre sfumature nere: Poirot, dominato da un’insolita realtà, si appresta a mentire, che in fondo non è il peggiore dei reati.

Paola Olivieri

 

 

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