Blade Runner 2049

Blade Runner 2049

05 ottobre 2017

GENERE: Fantascienza, Thriller

Regia  Denis Villeneuve.

Cast:Ryan Gosling,Harrison Ford,Ana de Armas, Jared Leto ,Sylvia Hoeks,Robin Wright,Mackenzie Davis,Dave Bautista, Lennie James,Wood Harris,Edward James Olmos,Carla Juri, Barkhad Abdi ,Davis Dstmalchian,Hiam Abbass,Mark Arnold. USA.152 Min.Warner Bros.

24/11/2017Ipnotico quanto intimo, raggelante quanto commovente, incrocio di riflessioni filosofiche ed improvvise emozioni: questo e tanto altro è il suggestivo “Blade Runner  2049” firmato da Denis  Villeneuve ed ambientato a Los Angeles.

Trait d’union con lo storico Blade Runner (1982) di Ridley Scott è la trama, che esce dagli schemi, insieme alle tematiche che trovano con il regista di “Arrival” Denis Villeneuve un’evoluzione inaspettata verso il filone fanta- filosofico.

Villeneuve forgia un universo sinistro, esteticamente di grande impatto quanto descrittivo, che racconta un 2049 terribile, costituito da un’umanità crudele affamata di manodopera sacrificabile, fatta di androidi docili,  schiavi  moderni da separare dalla specie umana.

Filo virgiliano è un androide, l’agente K (Ryan Gosling), modello Nexus ultima generazione, mandato in missione a reperire un altro vecchio Nexus più pericoloso, per distruggerlo. Lo scontro tra i due è violento quanto illuminante: il secondo custodisce un segreto che regala speranza a chi anela l’abbattimento tra uomo e androide.

L’indagine dell’agente K scotta: procede verso la verità disobbedendo, sconfina in un territorio a lui negato ed è costretto a riconsegnare il distintivo: il ritorno ad un passato che si chiama Rick Deckard ( Harrison Ford) è inevitabile.   Che fine hanno fatto questo blade runner e la sua amata Rachel? L’incontro tra l’agente K e Rick Deckard rende mitologico il film.

Denis Villeneuve risponderà rituffandoci in un film mitologico quanto pessimista, che evoca dubbi nel nostro sentire.

La sceneggiatura ci immerge in un universo plumbeo, disseminato di segreti, di desiderio di tirannia celata sotto un ordine apparente, che preserva un’umanità giunta ad un bivio. “C’è un ordine nelle cose, questo facciamo qui, manteniamo l’ordine”, dice la tenente Joshi . Che aggiunge: “Il mondo è fondato su un muro che separa le specie, via entrambi i lati che non c’è il muro e la guerra è certa”.

La società che appare nel film è trainata da inquietanti imprenditori come Niander Wallace, capaci di generare replicanti più longevi che arrivano sulla terra già adulti, tra lacrime e dolore. In questo presente, cadere nei dubbi amletici è lecito, la realtà virtuale ha reso tutto sostituibile e duplicabile. L’uomo è ancora affamato di vita? Dov’è il confine tra esseri umani e androidi? Questi ultimi anelano a sprazzi di amore. L’agente K si interroga, illudendosi di avere frammenti di ricordi veri. Struggente quanto disperata  è la sua improbabile storia d’amore con Joi (Ana de Armas), un magnifico ologramma.

Il regista traina il film su nuove sponde, Ryan Gosiling è un perfetto cacciatore di teste, quanto un androide alla ricerca di vera vita. Se questa speranza alberga anche in chi sembra non avere un’anima, il regista si chiede allora: “Che cosa definisce un essere umano?”.

Paola Olivieri

 

 

 

 

 

 

 

 

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