E’ Solo la fine del mondo di Xavier Dolan

E’ SOLO LA FINE DEL MONDO

07/08/2017Con “E’ solo la fine del mondo” l’enfant prodige del cinema mondiale Xavier Dolan,  ispirandosi  ad una  pièce teatrale di Jean Luc Lagarce, chiama in causa il paradigma della famiglia, attraverso il tragico destino di Louis, giovane drammaturgo di successo. Timore e interrogativi accompagnano il suo ritorno a casa dopo dodici anni di assenza. Vuole annunciare ai familiari che la sua vita è giunta al capolinea per una malattia terminale. Il suo nucleo familiare già di per sé naufragato, al quale non si è mai sentito vicino, lo accoglie inizialmente con calore: i vulnerabili cuori sembrano sprigionare amore, ma attraverso semplici dialoghi erompe prepotentemente il passato, risucchiando il giovane scrittore in quel vortice di nevrosi e di incapacità d’amare da cui era fuggito.

Quel ritorno a casa non è una promessa di amore ritrovato, il pranzo in famiglia tanto favoleggiato  fa scivolare tutti i protagonisti nell’abisso: si apre così una conflittuale girandola di verità urlate, di tormenti mai sopiti perché il passato brucia del ripudio di Luis che, incrociandosi col suo drammatico presente, lo ammutolirà per sempre.

Per questo figliol prodigo nessun vestito più bello, né anelli al dito né vitelli da uccidere per fare festa, nessun appello gli concede la sua disfunzionale famiglia di origine: si rivela essere più simile ad un feroce tribunale, visto che lo sfasamento dell’abbandono ha reso i componenti arroccati nei loro dubbi mentre intimiditi si aggrappano ad un deriva melanconia.Intimoriti dalla xfuggevolezza del tempo che può concedere Louis, sono defraudati della gioia, hanno perso la voglia di vivere, sanno solo annaspare nervosamente tra interrogativi, gelosie e  perplessità.

La madre di Luis, una donna almodovariana, anela ad un’impossibile unità familiare. Suo fratello Antoine (Vincent Cassel) furoreggia di gelosia a causa del complesso di inferiorità, mentre la giovane sorella Suzane, che ha lasciato ancora bambina, cerca un timido contatto. Solo l’affascinante cognata, estranea a questi rancori, vorrebbe tessere un dialogo con il giovane scrittore. ma gli viene negato dal marito. Tutti sono egualmente privi di ogni slancio vitale, contrariamente a Luis che nonostante sia nel sentiero della morte sogna di  vivere con la sua famiglia nuove emozioni.

Ma per questa famiglia senza nucleo, Luis non ne fa più parte. Sono le ultime schermaglie che vivrà in un’arena senza vincitori. Nessuna quiete dopo la tempesta, nessuno dialoga più: l’unica soluzione è la fuga prima della disfatta.

Questo magnifico film, vincitore del Grand Prix al Festival di Cannes 2017, corre tra poesia e melanconia aprendo infiniti interrogativi filtrati dalla grande sensibilità del regista.

Il film è vissuto intensamente da un cast stellare al colmo dello splendore interpretativo, sottoposto a continui primi piani, quasi stordenti, esplorando una vasta gamma di sfumature emozionali. Queste ultime, vissute in un ambiente minimale quanto soffocante, si tramutano in dinamiche che ritmano il film e si legano a doppio filo ai dialoghi, travalicando il grande schermo. Una suggestiva  fotografia che attraverso giochi sapienti di luci “scrive” i caldi flashback del passato di Luis, facendosi abbagliante quando tra i due fratelli sembra tutto sfociare in tragedia.

Paola Olivieri

 

 

I commenti sono chiusi.