FORTUNATA REGIA SERGIO CASTELLITTO

FORTUNATA

 

REGIA: Sergio Castellitto

ATTORI: Jasmine Trinca, Stefano Accorsi,Alessandro Borghi ,Edoardo Pesce,Hanna Schygulla. SCENEGGIATURA: Margaret Mazzantini,Sergio Castellitto.

 

FOTOGRAFIA: Gian Filippo Corticelli

MONTAGGIO: Chiara Vullo

MUSICHE: Arturo Annecchino

PRODUZIONE: Indigo Film, HT Film

DISTRIBUZIONE: Universal Pictures International

PAESE: Italia

DURATA: 103 Min

DRAMMATICO

 

09/06/2017)Fortunata (Jasmine Trinca) sta divorziando da un marito violento, vive nel quartiere periferico di Torpignattara e fa la parrucchiera a domicilio. Il suo sogno è per molti modesto, ma per lei è vita: aprire un negozio di parrucchiera. Per raggiungere i clienti attraversa da una parte all’altra la città eterna, sudando e correndo nervosamente su zeppe altissime, mantenendo un barcollante equilibrio contro quel male di vivere causato da un presente amaro.
Ma è in questo difficile equilibrio che corre il misterioso destino di questa donna sconnessa, dagli occhi truccati pesantemente di nero, ancora bella e sgargiante, animata da quella forza ferina che le permette di provvedere a sua figlia Barbara, di otto anni. E’ la piccola ribelle il termometro di questa bellissima storia che ha in serbo per tutti i protagonisti improbabili destini.
Il film, sceneggiato da Margaret Mazzantini, incede freneticamente, l’atmosfera si fa torrida di forti emozioni ed intenzioni stagliate da una regia che va dritta al cuore. Fortunata è luminosa, il vero motore capace di implodere ed esplodere di amore e dolore nella sua chiassosa periferia: una banlieu sempre più multietnica, fotografata e resa viva da uno splendido Gianluca Corticelli. I dialoghi nervosi raccontano storie e premonizioni su coloro che vi abitano, specchio di un alienato proletariato.
Mentre le difficoltà attraversano la vita di Fortunata, che sembra intrappolata in un cieco destino, lei parla dei suoi sogni con gli amici di sempre, i soliti coatti un po’ violenti e stralunati: ma è in questa realtà soffocante che l’amicizia è sopra ogni cosa ed è per sempre. Come quella con Chicano, un ragazzo bipolare forse gay la cui mente vaga in lidi lontani, figlio di un’ex attrice in preda ad una malattia degenerativa che tra le nebbie dei ricordi rammenta la tragedia di Antigone. Attraverso la chiave della fiducia, Fortunata e Chicano accedono l’una nel passato dell’altro: la loro innocenza è stata rubata da drammi difficili da contenere, che improvvisamente riesplodono.
Eccellente l’interpretazione della Trinca, che esprime con naturalezza una così vasta gamma di emozioni, tale da stordire il pubblico trascinandolo a vivere i suoi corpo a corpo con l’esistenza, mentre l’ex marito cerca di manipolarne con aggressioni verbali e sessuali il desiderio di indipendenza.
Il medico che entra in contatto con questo problematico nucleo familiare è un alienato di nome Patrizio (Stefano Accorsi, relegato in un ruolo che non esalta le sue qualità attoriali): la gentilezza di lui frena l’irruenza di lei, che dietro quell’andamento fiero nasconde un impronunciabile segreto.
E’ l’ora di lasciarsi andare? Per Fortunata il risveglio scompagina i piani. Terribile sarà la vendetta dell’ex, che farà cadere la donna in una spirale distruttiva. La tragedia di Antigone risuona nel presente di Fortunata, anche lei messa in scacco dagli accadimenti della vita. Ma in questa fiaba moderna e poetica il suo destino troverà un diverso rifugio.
Se finora si è rimasti affascinati dall’atmosfera incandescente del film, il finale si tramuta in un girotondo di avvenimenti, forse troppi: la fuga romantica di Fortunata e Patrizio, il destino di Chicano che ricorda il segreto di Fortunata, il risveglio della coscienza dell’ex marito, sono dinamiche che corrono tutte parallele verso l’unico destino che conosciamo, quello della vita che vale la pena essere vissuta.
Paola Olivieri

 

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Paola Olivieri

 

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