KNIGHT OF CUPS

 

 

Regia :Terrence Malik

Data di uscita 09 novembre 2016

Genere:: Drammatico

 

 

Cast: Christian Bale ,Cate Blanchett,Natalie Portman ,Joel Kinnaman,Wes Bentley,Isabel Lucas ,Imgen Poots,Freida Pinto,Teresa Palmer ,Shea Whigham,Antonio Banderas Ryan O’Neal, Joe Manganiello.

Sceneggiatura Terrence Malik FOTOGRAFIA: Emmanuel Lubezki

Montaggio : Mark Yoshikawa

Produzione : Dogwood Films, Waypoint Entertainment

Distribuzione: Adler Entertainment

PAESE: USA

DURATA: 118 Min

 

03/12/2016

Il racconto di una misterica fiaba apre “Knight of cups” di Terrence Malik che racchiude in quelle parole uno dei piani lettura del film : si narra di un giovane principe che fu mandato da suo padre Re dell’Oriente in Occidente, a cercare un perla .Gli offrirono una coppa e così si dimenticò di essere il figlio di un re come della perla e cadde in un sonno profondo. Ma il padre non si dimenticò di suo figlio, continuò a mandare messaggeri mentre il giovane continuava a dormire.
E” dunque Rick ( Cristhiane Bale) quel cavaliere di coppe ( traduzione italiana del titolo) che si è perduto peregrinando nelle brulle strade del mondo ? Tutto lo fa presagire, ma lui è uno sceneggiatore di successo, nonostante questo , vive un disagio esistenziale non riesce ad afferrare il filo della certezza che si sta dipanando in modo confusionario..Malik capitolizza questo stato in episodi che prendono il nome da significativi Arcani Maggiori quali La Luna ,l’Appeso ,l’Eremita a il Giudizio ,fascinose metafora degli adivvenimenti dell’uomo.. Rick è il protagonista di quei grandi spazi-, che spiazzano la narrazione ,i dialoghi sono quasi inesistenti, gli incroci tra passato e presente ci confondono, la voce fuori campo distilla momenti di saggezza avvicinandosi ad immagini che vivono in una sorta di rinnovazione attraverso nuovi volti nuovi .Le immagine malikiane valgono più di mille parole ,hanno un effetto pregnante e agiscono sull’inconscio stimolando una ricerca interiore . Questo incedere si rivela essere ,molto a volte troppo avvolgente ,impone allo spettatore una scelta:vivere l’estenuante visione di questo viaggio onirico oppure lasciare perdere tutto.
La prima può sortire nel pubblico un effetto straniante, il mistero interiore del protagonista si dissolve in una frammentarietà poetica mentre erra nelle strade del mondo che sembrano a lui sconosciute .Da un lato è sublime nella ricerca di sé al contempo entra ed esce in sfarzose feste in dimore faraoniche , corredate di piscine ,vivacizzate tra star agenti e stelline corrosi dalla voglia di successo dalla vacuità imperante. Ma dietro la leggerezza e briosità resa più fredda da una luce sfocante i meccanismi del potere chiudono in gabbia le vere emozioni regalando potere e denaro . Rick vuole frangere quelle illusione , ritroverà dentro di sé quella perla che prende il nome di ricerca di vera vita ? Questo magistrale on the road interiore è scosso dalla forza indomita del terremoto capace di distruggere quel deserto cementificato nel quale vive, mentre l’acqua si rivela complice e accogliente come un grembo materno quando si immerge in essa con figure femminili. Anche il sentiero dell’amore per Rick è una nuova ricerca .
Ma nel viaggio di Rick tutto si traduce sempre in una routine e malinconica ed in ogni capitolo appare il suo difficile e struggente rapporto con la sua famiglia , composta da suo padre e da suo fratello che non sono un sostegno ma è tutto quello che ha . La sua vita è dolente , un ecclesiastico gli offre una visione che non promette nessuna felicità: la ciclicità è una spirale soffocante ma il film termina con una sorpresa .

DI PAOLA OLIVIERI

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