YOUTH: LA GIOVINEZZA

 

 

Regia:

Paolo Sorrentino. Sceneggiatura: Paolo Sorrentino Cast:Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz,Paul Dano, Jane Fonda ,Alex MacQueen,Matk Kozelek, Luna Mijovic, Madalina Ghenea.

Fotografia :Luca Bigazzi. Montaggio : Cristiano Travaglioli.

Musiche ;David Lang.

Produzione Indigo Film in coproduzione con Bis Films, Pathé, C-Films e Medusa Film.

Genere: Drammatico

Distribuzione : Medusa Film.Paese: Svizzera, Gran Bretagna, Italia.Durata : 119 Min

27/05/2015 – Per cogliere l’essenza di “Youth”, capace di stregare lo spettatore con visioni di grande impatto visivo, è necessario cedere all’irresistibile piacere di perdersi nirvanicamente nell’estetica sorrentiniana, caratterizzata da dialoghi sobri, sfumati di verità ed inganno, capaci di farci accogliere le grandi contraddizioni della vita. E’ solo immergendosi in questa piacevole amaca cinematografica di straniante atmosfera che si comprendono i destini dei protagonisti del film.

Ancora una volta Sorrentino racconta un’umanità avvitata nella melanconia interiore, la colloca in un incantevole luogo termale nelle Alpi Svizzere. Fred Ballinger (ineccepibile Caine) può essere considerato l’alter ego del regista, un rigido direttore d’orchestra in pensione, apatico, padre anaffettivo, rimproverato dalla figlia per la sua freddezza, ermeticamente chiuso in una corazza psicologica che lo ripara da ogni evento doloroso. Ha perso da 10 anni la sua musa ispiratrice, il suo “amore” che per tutta la vita ha “tradito”, trascurato, per un altro “amore”, la musica.

“Motivi personali”, risponde fermamente all’emissario della Regina Elisabetta rifiutando l’invito di dirigere, in onore del principe Filippo, un concerto delle sue Simple Song, “musica composta quando ancora amavo” ricorda pensando a Melanie, sua moglie.

Mick Boyle è un grande regista cinematografico dal glorioso passato come Fred, non flirta più con il box office, ma ancora appassionato si getta fanciullescamente in un nuovo progetto cinematografico, “L’ultimo giorno della vita”, coinvolgendo un gruppo di giovani. Una sorta di testamento morale, ma quando la sua star preferita, Brenda Morel, lo abbandona preferendo una serie televisiva, si tira fuori denigrando la sua longevità artistica, il regista cadrà vittima di una gabbia immaginaria fino al tragico destino.

Fred e Mick sono grandi amici, trascorrono le loro vacanze nel lussuoso hotel, più simile ad un rifugio mentale, dove però non c’è niente di paradisiaco. Un resort – limbo stellato che sembra raggelare l’evolversi della vita di ciascun ospite. Le giornate trascorrono tra passeggiate, massaggi, fanghi, scommettendo ancora sui ricordi. L’hotel funge da teatro del bilancio esistenziale non solo di Fred e Mick, ma anche della star californiana Jimmi Tree e di Lena, la figlia di Ballinger. Come sopravvive l’uomo all’insensatezza, all’anaffettività, alle paure? Sorrentino risponde attraverso un complesso itinerario, disseminato di elementi misterici, che promettono un futuro idealizzato, già contaminato da inquietudini segrete, attese, rifugi immaginari.

Youth è attraversato dall’amarezza, la forza del desiderio si scontra con quella fase della vita che, come dice Ballinger alla figlia, “alla mia età rimettersi in forma è una perdita di tempo”. Alla domanda se è un film sulla giovinezza, la risposta è non solo, forse è anche sul trionfo delle emozioni, capaci di catapultarci in quegli orizzonti della vera vita che non attende ma gioisce.

Sorrentino è uno dei pochi registi a saper raccontare, con originale ricchezza immaginativa, significazioni profonde facendo combaciare magicamente verità e menzogna. Per questo “Youth” è amaro quanto stupendo: quando invoca le emozioni recupera la speranza.

“Le emozioni sono tutto quello che abbiamo”, dice Mick a Fred. In effetti, le emozioni magicamente aprono le gabbie immaginarie e Sorrentino sublima quel cambiamento umano foriero di nuovi scenari, scevri di arcaiche inadeguatezze dove finalmente i desideri non sono più cestinati da niente.

“Io devo scegliere cosa vale la pena raccontare tra l’orrore e il desiderio. Ho scelto il desiderio… Il desiderio che ci rende vivi”, confessa la star californiana Jimmy Tree a Mick, ora non più in crisi perché deciso ad interpretare personaggi più vicini al suo sentire. Gli orizzonti di Jimmy Tree si schiudono dopo un dialogo rivelatore con una bambina, che dopo essersi complimentata con lui, rivela il suo apprezzamento per il personaggio di un film che “non ha mai visto nessuno”: quello di un padre che fugge e lascia crescere i figli da soli perché si sente inadeguato. “Ho capito una cosa importante: che nessuno al mondo si sente all’altezza”.

“Quindi non c’è da preoccuparsi”, dice la bambina alla star soffocata dall’interpretazione giovanile di Mister Q. Questa voce risuona nell’inconscio di Jimmy, l’emozione farà si che la corazza di Mister Q rimanga solo un ricordo.

La lettura del film è complessa, sovrabbondate di tematiche ritmate da sensazionalistiche visioni, come la materializzazione dell’ultimo idillio. Entrambi immersi nella piscina termale di un lussuoso resort, Fred e Mick sono estasiati dalla bellezza sensuale e altera di Miss Universo (Madalina Ghenea) che si adagia completamente nuda nelle acque termali. E’ lei la Giovinezza, in uno dei suoi più alti stati di grazia fisica, che si nutre della leggerezza, sfiorando Fred e irretendolo in un’inquietante fantasia erotica notturna ambientata in Piazza San Marco. La donna trasvola velocemente spavalda, mentre l’acqua sta per risucchiare lui in un vortice.

Dunque è un film sulla passione della giovinezza? In Youth sono espresse riflessioni sulla sua fuggevolezza, sul vicino tramonto, l’amara constatazione del tempo che fagocita i desideri, ma le declinazioni della giovinezza nell’arte sono una grande sfida capace di condurre l’uomo ad una sorta di immortalità.

Un evento traumatico risveglia Fred dal suo limbo, finalmente affronta l’insostenibile dolore che mortifica l’intelletto di Melanie, ormai dimorante in una casa di cura a Venezia. La va a trovare, imbastendo con lei un dialogo – monologo: “I figli non conoscono le cose dei genitori … Melanie, non potranno mai sapere, nonostante tutto, che a noi piaceva pensare di essere una canzone semplice” confessa Fred. L’accettazione di questa perdita lo condurrà verso una nuova fase di giovinezza artistica, tornando sul podio.

FRASE DEL FILM

I figli non conoscono le cose dei genitori … Melanie, non potranno mai sapere, nonostante tutto, che a noi piaceva pensare di essere una canzone semplice”

Ho capito una cosa importante: che nessuno al mondo si sente all’altezza”.

“Quindi non c’è da preoccuparsi”,

Motivi personali

Quindi non c’è da preoccuparsi.

 

Paola Olivieri

 

 

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